giovedì 25 ottobre 2012

"Urge un sussulto di Spirito Santo!"



 Si è concluso oggi, 25 ottobre, il Convegno dedicato allo Spirito Santo, promosso dal RnS, con il patrocinio del Pontificio Consiglio per i Laici e del Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI, che ha portato più di 350 partecipanti, tra vescovi, religiosi e laici impegnati, nell’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana.
All’inizio dell’Anno della Fede, mentre si celebra il Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, il Rinnovamento nello Spirito Santo ha proposto un Convegno per rileggere l’attualità del dono dello Spirito Santo nell’edificazione del Regno di Dio e nella costruzione della civiltà dell’amore. Tema: “Lo Spirito Santo: Roveto Ardente nella Chiesa, Colonna di fuoco nel mondo - Per una cultura della Pentecoste nel nostro tempo”.
Dopo il saluto dell’autorità accademica, padre François-Xavier Dumortier, magnifico rettore della Pontificia Università Gregoriana, l’introduzione sul significato del Convegno è stata affidata a don Dario Vitali, docente di ecclesiologia presso l’Università Gregoriana, già membro del Consiglio Nazionale RnS, e a mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo emerito di Viterbo e collaboratore della Commissione preparatoria del Convegno.
Il card. Albert Vanhoye, biblista, già rettore del Pontificio Istituto Biblico, ha concluso il suo intervento “Lingue come di fuoco si posarono su di loro” (At 2,3), citando la Lettera di San Paolo ai Galati: « “Se viviamo dello Spirito, con lo Spirito anche camminiamo” (Gal 5, 25). Questa frase è molto significativa. Dimostra anzitutto che noi cristiani abbiamo ricevuto lo Spirito, il quale ci comunica una nuova vita, “viviamo dello Spirito”. Questo dono ci rende poi capaci di una condotta corrispondente, una condotta “con lo Spirito”. San Paolo ci invita a sfruttare attivamente questa capacità, camminando effettivamente con lo Spirito e accogliendo sempre nella nostra vita “il frutto dello Spirito».
Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, già preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, nella sua relazione sul tema “Lo Spirito Santo ci riunisca in solo corpo: l’unità della Chiesa”, ha detto: «La missione non è opera di navigatori solitari, ma va vissuta nella barca di Pietro, (…) in comunione di vita e di azione con tutti i battezzati, ciascuno secondo il dono ricevuto dallo Spirito. “Tutti i credenti in Cristo - afferma l’Enciclica Dominum et Vivificantem - sull’esempio degli apostoli, dovranno mettere ogni impegno nel conformare pensiero e azione alla volontà dello Spirito Santo, principio di unità della Chiesa”, soggetto trascendente, vivo e presente della sua missione».
Il card. Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, già segretario personale del Beato Giovanni Paolo II ha reso una testimonianza della nascita dell’enciclica Dominum et Vivificantem, a 25 anni di distanza dalla pubblicazione: «Il Papa desiderava dare alla Chiesa un documento ricco di contenuti, che non fosse solo una testimonianza del rinnovamento della teologia dello Spirito Santo, che aveva avuto inizio con il Concilio Vaticano II, ma che presentasse anche la nostra fede come vita nello Spirito Santo. Desiderava convincere, aprire i cuori e le menti alla sua azione, ai doni che vi avrebbe portato, realizzando e concretizzando l’opera della redenzione compiuta in Cristo. Voleva anche mettere in guardia i fedeli dalla posizione di resistenza allo Spirito Santo che va diffondendosi, cioè dalla posizione di rifiuto di Dio e del dono della redenzione».
Il Convegno ha visto la presenza di due testimoni importanti del RnS: p. Francis Sullivan, già docente di ecclesiologia presso l’Università Gregoriana e iniziatore delle prime comunità di Rinnovamento nello Spirito nel 1972; il card. Ivan Dias, prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, assistente spirituale delle prime comunità RnS a Roma.
Il presidente nazionale, Salvatore Martinez, ha dichiarato in conclusione degli interventi: "Abbiamo voluto dare onore allo Spirito Santo rileggendo l’attualità dell’Enciclica a Lui dedicata dal Beato Giovanni Paolo II, la più trascurata delle tre encicliche teologiche, la meno studiata e ripresa. Del resto così è dello Spirito Santo: è l’implicito della Chiesa e della vita cristiana, ma quanta fatica facciamo a passare dall’implicito all’esplicito, ad accettare le sue ispirazioni, le sue mozioni, specie quando ci appaiono nuove e sfidano il nostro intelletto e le nostre sicurezze umane".
"Urge un sussulto di Spirito Santo!" ha esclamato il presidente, "urge una nuova eloquenza spirituale, una nuova sociologia del soprannaturale, un balzo di fede carismatica, una comprensione nuova, più profonda di questo nostro ordine naturale e temporale. Urgono sensi spirituali nuovi, uomini arditi, per l’ardore dello Spirito che portano nel petto. Senza lo Spirito non riusciremo a riumanizzare la storia e neanche a cristianizzarla. Abbiamo bisogno del prodigio della Pentecoste per una nuova evangelizzazione, tanto attesa e proclamata, ma adesso da vivere e far vivere a tutti i credenti".

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  Riporto di seguito il discorso di Salvatore Martinez.

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Quante meravigliose, provvidenziali concomitanze rendono questo nostro Incontro un kairòs. Non esito ad usare questa espressione. Viviamo tempi meravigliosi, sì, meravigliosamente ardui, per le sfide che il tempo pone alla nostra fede. Tempi nei quali il deficit di umanità vera, cioè illuminata dalla verità di Dio a cui assistiamo in ogni contesto umano, è già invocazione dello Spirito di Dio, è già desiderio, epiclesi del Dio benefico amico degli uomini.
Se il Beato Giovanni Paolo II ci aveva chiesto di varcare la soglia della speranza, alla vigilia di un nuovo millennio, ora Benedetto XVI spalanca dinanzi a noi la porta della fede. Chiedo a me, a ciascuno di Voi: vogliamo, con lui, entrare in un tempo nuovo; vogliamo noi passare e far passare questa nostra umanità verso approdi nuovi, comunionali, spirituali, profetici, carismatici?
Sarebbe sconfortante socchiudere questa porta. Ora si rivela in tutta la Sua bellezza, contagiosa, ispirante, amante, tra le brutture e le tenebre che offuscano la nostra visione della storia, la nostra coscienza cristiana e comunitaria, la stessa prospettiva celeste della nostra fede.
Il profeta Isaia ci fa da monito: “Una cosa nuova sta germogliando sotto i tuoi occhi e tu non te ne avvedi, proteso a pensare alle cose passate”.
È tempo di rinnovamento, di una nuova comunicazione della fede. Lo gridava Benedetto XVI a Sidney, in occasione della GMG del 2008, ricordando che la Chiesa e il mondo hanno bisogno di rinnovamento, di una nuova conoscenza e comprensione dello Spirito Santo, di una nuova “esegesi del vissuto” cristiano che solo l’unzione in parola e in potenza può regalarci.
Urge un sussulto di Spirito Santo! Urge una nuova eloquenza spirituale, una nuova sociologia del soprannaturale, un balzo di fede carismatica, una comprensione nuova, più profonda di questo nostro ordine naturale e temporale. Urgono sensi spirituali nuovi, uomini arditi, per l’ardore dello Spirito che portano nel petto.
Senza lo Spirito non riusciremo a riumanizzare la storia e neanche a cristianizzarla. Abbiamo bisogno del prodigio della Pentecoste per una nuova evangelizzazione, tanto attesa e proclamata, ma adesso da vivere e far vivere a tutti i credenti.
Ho la grazia di essere stato nominato da Benedetto XVI Uditore alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema: La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Benedetto XVI, nella sua meditazione di apertura dell’Assise, lunedì 8 ottobre u.s., così si esprimeva: “Il cristiano non può essere tiepido”. E riprendendo la Scrittura e la Tradizione viva della Chiesa, come faremo noi questa sera, ha spiegato che “il Fuoco dello Spirito è luce, colore, forza. È potenza di trasformazione”.
Quaranta anni or sono, proprio in questo luogo che ci ospita, molti uomini e donne, di lingue e culture diverse, fecero esperienza di questa trasformazione, di un nuovo moto di carità, di una nuova evangelizzazione nella loro vita. Nasceva il Rinnovamento nello Spirito in Italia; presto si sarebbe diffuso in ogni angolo d’Italia; oltre 200.000 aderenti; quasi 2000 cenacoli, gruppi, comunità e tanto, tanto lavoro apostolico in forza dei carismi e dei ministeri suscitati dallo Spirito di Dio e operanti a livello ecclesiale e sociale.
Di questo, con Voi, vogliamo rendere grazie al Signore. E non in modo autoreferenziale. Questa sera vogliamo dare onore al supremo nostro fondatore e animatore, lo Spirito Santo, al quale dobbiamo tutto ciò che siamo e al quale mai sufficientemente sapremo, potremo dire grazie.
Dare onore allo Spirito Santo rileggendo l’attualità dell’Enciclica a Lui dedicata dal Beato Giovanni Paolo II. La più trascurata delle tre encicliche teologiche; la meno studiata e ripresa. Del resto così è dello Spirito Santo: è l’implicito della Chiesa e della vita cristiana, ma quanta fatica facciamo a passare dall’implicito all’esplicito, ad accettare le sue ispirazioni, le sue mozioni, specie quando ci appaiono nuove e sfidano il nostro intelletto e le nostre sicurezze umane.
Un Convegno dedicato allo Spirito Santo, come una rappresentazione in due atti. Questa sera il primo: la sua presenza e azione nella vita della Chiesa e nell’orizzonte pneumatologico della nostra fede. Il secondo atto sarà alla Camera dei Deputati, per considerare la sua presenza e la sua azione nella vita civile e sociale, delle istituzioni e delle tendenze culturali vigenti.
Un kairòs questa nostra serata, che si aggiunge ad altri importanti eventi di grazia che in questo quarantennale stiamo vivendo:
la XXXV Convocazione Nazionale di Rimini, in aprile, presente il Segretario di Stato Tarcisio Bertone a nome del Papa, con oltre 20.000 partecipanti;l’Udienza Speciale in piazza San Pietro con il Papa Benedetto XVI e con il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Angelo Bagnasco, e oltre 30.000 persone accorse da ogni dove;il Progetto 10 Piazze per 10 Comandamenti a Roma, Verona e Napoli e sempre a Napoli il V Pellegrinaggio Nazionale delle Famiglie per la Famiglia, due preziose iniziative per la Nuova Evangelizzazione a cui il Santo Padre ha voluto legarsi preparando un Video Messaggio ad hoc che accompagna queste nostre “catechesi itineranti per le Piazze d’Italia;E a breve, ad Assisi, il Ritiro Sacerdotale nazionale a cui parteciperanno 230 sacerdoti.
Quanto è grande la bontà di Dio su di noi! E quanto grande la nostra gioia. Esigente è  la sequela di Cristo a cui lo Spirito ci chiama: insieme al centuplo nessuna sofferenza e persecuzione ci sono risparmiate, secondo la promessa di Gesù. Ma è meraviglioso lasciarsi stupire ancora, dopo tanti anni, da Dio; senza mai smettere di credere alle sorprese dello Spirito Santo nella nostra vita e nella vita della Chiesa.
Sarà questa nostra gioia a salvare il mondo. Il Papa, festeggiando questo nostro quarantesimo, in Piazza San Pietro ce lo ha consegnato come mandato: “Fate della lode al Signore uno stile di vita e siate cristiani gioiosi”.
- Senza lo Spirito, l’evangelizzazione è un fiume che ristagna
- Senza lo Spirito, la carità è un fuoco senza calore
- Senza lo Spirito, la Parola è un verbo indeclinabile
- Senza lo Spirito, l’Eucarestia è un mistero impenetrabile
- Senza lo Spirito, l’uomo non è mai il mio prossimo
- Senza lo Spirito, il mondo è un inferno
- Senza lo Spirito, il paradiso è una realtà dimenticata
- Senza lo Spirito, lo Spirito è uno straniero estraneo
- Senza lo Spirito, la Chiesa è una madre senza amore
Fonte: Zenit