martedì 2 ottobre 2012

Poche idee ben confuse


...quelle che abbiamo noi sui:
SANTI ANGELI CUSTODI

LA CUI FESTA LITURGICA CELEBRIAMO OGGI 2 OTTOBRE.
memoria



I Vangeli parlano sovente degli Angeli. In particolare è toccante l’affermazione di Gesù a difesa dei piccoli, che «i loro angeli stanno sempre alla presenza del Padre»(Mt 18,10).
In un primo tempo il culto degli Angeli custodi era unito a quello di san Michele. Dal sec. XVI compare come festa a sé presso molte Chiese. Nel calendario romano viene introdotto nel 1615.
La Storia della Salvezza raggiunge ogni uomo nella sua situazione concreta; la promessa biblica: «Ti precederà il mio angelo»(Es 23,20.23) si è realizzata per il popolo eletto, per la Chiesa; e si avvera per ogni Chiesa locale, per ogni gruppo o comunità, per ogni persona. Per questo, molti santi e sante hanno avuto grande familiarità e devozione verso il loro Angelo custode.

In Comunione con tutta la Chiesa pellegrinante veneriamo gli Angeli e innalziamo lodi a Dio che ci concede di sperimentare la loro potente intercessione, «fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli Angeli con lui (cf Mt 25,31) e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose (cf I Cor 15, 26-27)» (LG 49).
Un Angelo portò l’annuncio a Maria quando «il Verbo si è fatto carne »; nel Getsemani un Angelo raccolse l’offerta di Cristo: « sia fatta, o Padre, la tua volontà! »; la Risurrezione fu annunciata da un Angelo in bianche vesti che rincuorò le donne dicendo: «Non temete; non è qui: è risorto!». Anche oggi gli Angeli di Dio sono mirabilmente associati alla Chiesa perché compia il «memoriale» dell’Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo, il Signore. Col loro aiuto, operiamo perché si compia in noi il mistero pasquale fino alla sua pienezza, quando saremo con loro compartecipi della vita eterna nella casa del Padre.
Ti custodiscano in tutti i tuoi passi
Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate (Disc. 12 sul salmo 90: Tu che abiti, 3, 6-8; Opera omnia, ed. Cisterc. 4 [1966] 458-462)
«Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi» (Sal 90, 11). Ringrazino il Signore per la sua misericordia e per i suoi prodigi verso i figli degli uomini. Ringrazino e dicano tra le genti: grandi cose ha fatto il Signore per loro. O Signore, che cos'è l'uomo, per curarti di lui o perché ti dai pensiero per lui? Ti dai pensiero di lui, di lui sei sollecito, di lui hai cura. Infine gli mandi il tuo Unigenito, fai scendere in lui il tuo Spirito, gli prometti anche la visione del tuo volto. E per dimostrare che il cielo non trascura nulla che ci possa giovare, ci metti a fianco quegli spiriti celesti, perché ci proteggano, e ci istruiscano e ci guidino.
«Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi». Queste parole quanta riverenza devono suscitare in te, quanta devozione recarti, quanta fiducia infonderti! Riverenza per la presenza, devozione per la benevolenza, fiducia per la custodia. Sono presenti, dunque, e sono presenti a te, non solo con te, ma anche per te. Sono presenti per proteggerti, sono presenti per giovarti.
Anche se gli angeli sono semplici esecutori di comandi divini, si deve essere grati anche a loro perché ubbidiscono a Dio per il nostro bene.
Siamo dunque devoti, siamo grati a protettori così grandi, riamiamoli, onoriamoli quanto possiamo e quanto dobbiamo.
Tutto l'amore e tutto l'onore vada a Dio, dal quale deriva interamente quanto è degli angeli e quanto è nostro. Da lui viene la capacità di amare e di onorare, da lui ciò che ci rende degni di amore e di onore.
Amiamo affettuosamente gli angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno i nostri coeredi, mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre. Ora, infatti, siamo figli di Dio. Lo siamo, anche se questo attualmente non lo comprendiamo chiaramente, perché siamo ancora bambini sotto amministratori e tutori e, conseguentemente, non differiamo per nulla dai servi. Del resto, anche se siamo ancora bambini e ci resta un cammino tanto luogo e anche tanto pericoloso, che cosa dobbiamo temere sotto protettori così grandi?
Non possono essere sconfitti né sedotti e tanto meno sedurre, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti. Perché trepidare? Soltanto seguiamoli, stiamo loro vicini e restiamo nella protezione del Dio del cielo.
MESSALE
Antifona d'Ingresso Dn 3,58
Angeli del Signore, benedite il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.



Colletta

O Dio, che nella tua misteriosa provvidenza mandi dal cielo i tuoi Angeli a nostra custodia e protezione, f
a' che nel cammino della vita siamo sempre sorretti dal loro aiuto per essere uniti con loro nella gioia eterna. Per il nostro Signore...


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
 Es 23, 20-23
Mando un angelo davanti a te.

Dal libro dell''Esodo
Così dice il Signore:
«Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.
Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.
Il mio angelo camminerà alla tua testa». 
Salmo Responsoriale Dal Salmo 90
Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.
Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,
la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Canto al Vangelo Sal 102,21
Alleluia, alleluia.

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.
Alleluia.

Vangelo
 Mt 18, 1-5.10
I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore.

* * *

Commento della Congregazione per il Clero
«In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei Cieli» (Mt 18,3).

Nella Liturgia odierna, mentre celebriamo ed invochiamo l'intercessione degli Angeli Custodi, ascoltiamo il Signore, che ci invita a quella che, nella Tradizione cristiana, si chiama la “infanzia spirituale”. Di cosa si tratta? L'infanzia spirituale è quella straordinaria posizione del cuore che possiamo ammirare in tutti i Santi: nella Beata e sempre Vergine Maria, innanzitutto, poi nei santi Apostoli, in San Francesco, in San Tommaso d'Aquino, in Santa Teresa Benedetta della Croce, nel Beato Giovanni Paolo II.
La possiamo contemplare guardando la purezza ed il totale affidamento con i quali Maria di Nazareth accolse l'Annuncio dell'Angelo e stette sotto la Croce del Figlio suo. Oppure l'entusiasmo e l'immediatezza con cui Levi lasciò il banco delle imposte per seguire Nostro Signore e diventare San Matteo, Apostolo ed Evangelista. Ne abbiamo un altro esempio quando vediamo San Francesco spogliarsi nella Piazza d'Assisi e sposare Madonna Povertà. È quell'intima sicurezza, con la quale i martiri hanno accolto la morte violenta per testimoniare Cristo. E la storia della Chiesa potrebbe proporci altri innumerevoli esempi.
Ma se l'infanzia spirituale risplende con forza nella vita dei servi di Dio e ci appare così connaturale ad essi da sembrare un indole innata, quasi una seconda natura, dobbiamo riconoscere come, in verità, sia una meta cui ciascuno di noi è personalmente chiamato,nasce anzitutto dal retto giudizio del Cristiano che riconosce con umiltà quanto appartiene alla sua condizione creaturale e quanto ha ricevuto in dono dall'Altissimo. Tale giudizio, poiché riguarda le realtà invisibili ed eterne, non può essere frutto delle sole nostre intelligenza e volontà, ma è dono dello Spirito, da implorare ed accogliere continuamente.
Ma, in cosa consiste questa “infanzia” dello spirito, cosa ci chiede, in definitiva, il Signore? L'infanzia spirituale, cioè il diventare come bambini, consiste in quella appartenenza radicale a Cristo di chi sa che, senza di Lui, neanche esisterebbe. Quell'appartenenza e quell'affidamento di chi in Lui riconosce tutto ciò per cui è stato creato; direbbe San Francesco: "il Bene, tutto il Bene, solo il Bene". Quella radicale consegna di sé, della propria vita, dei propri affetti e dei propri beni, che, «dopo aver deposto tutto ciò che è di peso ed il peccato che ci intralcia» (Eb 12,1), ci permette di correre con cuore indiviso verso di Lui, amandoLo e servendoLo tutti i giorni della nostra vita.
È solo per questa conversione e crescita nell'amore di Dio che ci viene data la vita, insieme ad ogni mezzo naturale e soprannaturale. E per questo fine, il Signore ha voluto rendere partecipi di questa Sua cura verso di noi anche le creature angeliche, e in particolare gli Angeli Custodi, a ciascuno dei quali affida un Suo figlio perché ne sia illuminato, custodito, sorretto e guidato nel cammino della santità.
Ringraziamo il Buon Dio per questa ennesima delicatezza e impariamo ad amare e pregare il nostro Angelo Custode. Da lui apprenderemo lo spirito di vera e continua adorazione e con lui potremo sempre lodare, nell'attesa di incontrarla in Cielo, la Santa Madre di Dio, che è Regina dei Cieli e Signora di tutti gli Angeli! Amen.
* * *
ALTRO COMMENTO

Il più grande dei comandamenti, il più grande nel Regno dei Cieli... Chi seguiva e si avvicinava al Signore non aveva molta fantasia. Come il cuore di ciascuno di noi, monotono e sempre in cerca di qualcosa per cui appassionarsi, risultati, misure da esibire, cifre e numeri a stabilire il perimetro della propria presenza: più "conti" e più sei grande, e addio paura della fine... Dietro a questa frenesia di sapere chi e che cosa sia il più grande, si cela infatti l'interrogativo al quale nessuno sa rispondere: esiste il Cielo o finisce tutto qui? Gesù ci conosce e così, invece di rivelare chi sia il più grande, indica un cammino e una soglia che annunciano l'unica risposta che conta: il Cielo esiste, e possiamo entrarvi. Ma occorre convertirci e abbandonare i criteri adottati sinora. Eh sì, perché nel Regno dei Cieli si entra solo se si diventa tanto piccoli da passare inosservati. 

Impossibile. In ricerca perenne di affetti, gratificazioni e stima che ci "ingrassino" al punto che nessuno ci possa togliere dalla scena, neanche sappiamo da dove cominciare per "dimagrire"... Ci abbiamo provato forse, fallendo miseramente. Da soli non ce la facciamo, perché l'uomo, "nel suo amore verso il bene, è indebolito da molte passioni che si trovano nella sua anima. E' quindi necessaria all'uomo la custodia degli angeli" (San Tommaso d'Aquino). Il loro sguardo infatti è fisso sul volto del Padre nel quale riconoscono il riflesso di ogni suo figlio. Gli angeli ci vedono già in paradiso, per questo possono accompagnarci lungo il cammino di ritorno a casa. Sanno persuaderci come fecero con il figlio prodigo, ricordandoci la nostra dignità; ci custodiscono distogliendoci dalla menzogna dell'orgoglio, perché nessuno di noi abbia più a disprezzarsi. La nostra vita è quella di Gesù! 

* * *
Preghiera di Origene all'angelo custode 

Angelo, vieni.
Accogli l'uomo vecchio che si è convertito
dal suo passato errore,
dalla dottrina dei demoni,
dalla malvagità che fa parlare altezzosamente.
Ed accostandoti, come un medico benefico,
sostienilo e ammaestralo : è ancora un bambino!
E' come se nascesse oggi questo vecchio
e ritorna bambino colui che, appena poco fa, era vecchio.
Quando te ne sarai preso cura,
conferiscigli il battesimo della seconda nascita *,
e chiama altri perchè cooperino al tuo ministero,
affinchè tutti insieme avvìate alla fede
colui che nel passato visse nell'inganno.

(Omelie su Ezechiele 1, 7)


Padre Pio e gli angeli custodi
Il tuo angelo custode vegli sempre su di te, sia egli il tuo condottiero che ti guidi per l'aspro sentiero della vita; ti custodisca sempre nella grazia di Gesù, ti sostenga con le sue mani affinché tu non dia del piede in qualche sasso; ti protegga sotto le ali sue dalle insidie tutte del mondo, del demonio e della carne. Come è consolante il pensiero che vicino a noi sta uno spirito, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, nemmeno quando osiamo di peccare. E questo spirito celeste ci guida, ci protegge come un amico, un fratello. Ma è oltremodo consolante il sapere che quest'angelo prega incessantemente per noi, offre a Dio tutte le buone azioni e opere che compiamo, i nostri pensieri, i nostri desideri, se son puri. Abbilo sempre davanti agli occhi della mente, ricordati spesso della presenza di quest'angelo, ringrazialo, pregalo, tienigli sempre buona compagnia. Apriti e confida a lui i tuoi dolori; abbi continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Sappilo e fissalo bene nella mente. Egli è così delicato, così sensibile. A lui rivolgiti nelle ore di suprema angoscia e esperimenterai i di lui benefici effetti (E III, 82-83). 

(…) Quanto consola il sapersi di essere sempre sotto la custodia di un celeste spirito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosa ammirabile!) nell'atto che diamo disgusto a Dio! Di chi dunque può temere l'anima devota avendo sempre con sé un sì insigne guerriero? O non fu egli forse uno di quei tanti che assieme all'angelo san Michele lassù nell'empireo difesero l'onore di Dio contro satana e contro tutti gli altri spiriti ribelli ed infine li indussero alla perdita e li relegarono nell'inferno? Ebbene, sappiate che egli è ancor potente contro satana e i suoi satelliti, la sua carità non è venuta meno, né giammai potrà venir meno dal difenderci. Invocate spesso questo angelo custode, quest'angelo benefico, ripetete spesso la bella preghiera: "Angelo di Dio, che sei custode mio, a te affidato dalla bontà del Padre celeste, illuminami, custodiscimi, guidami ora e sempre". Qual sarà la consolazione quando, al momento della morte, l'anima vostra vedrà quest'angelo sì buono che vi accompagnò lungo la vita e fu sì largo di cure materne? (E II, 403-405) 

APPROFONDIMENTI

Poichè sugli Angeli noi cattolici spesso abbiamo, come si dice, poche idee ben confuse, ho pensato di proporre come commento una riflessione di don Marcello Stanzione, teologo ed esperto di angelologia. A seguire riporto i numeri del Catechismo della Chiesa Cattolica che si riferiscono agli angeli.



***
Grande risonanza ha avuto sui mass media il riferimento agli spiriti celesti che il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto durante l’Angelus di oggi 2 ottobre 2011. Ecco le testuali parole del Pontefice: “Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’augusta regina Maria delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio”.
Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica edito nel 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI alla domanda Chi sono gli angeli? risponde al n° 60: “Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri spirituali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”. Sulle modalità della presenza degli spiriti celesti nella Chiesa, il Compendio, citando San Basilio Magno, che affermò che ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita, sottolinea che la Chiesa si unisce agli angeli per adorare Dio, invoca la loro assistenza e di alcuni celebra liturgicamente la memoria.
L’attuale papa Benedetto XVI, Il 2 ottobre 1977, parlando alla radio bavarese quand’era ancora cardinale, dopo aver ricordato che il 2 ottobre da circa trecento anni la Chiesa Cattolica celebra la festa dei Santi Angeli Custodi, disse che poche cose erano diventate estranee ai cristiani d’oggi quanto l’idea dell’Angelo custode. Poi aggiunse: “L’Antico Testamento dice dell’angelo al popolo di Israele: “Prestagli attenzione e ascoltare la sua voce” cioè devo farmi attento e sensibile a quest’idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri ed i miei umori del momento.
Di angeli custodi oggi non si parla più se non in qualche locuzione convenzionale. Lo stesso vale se si parla di protezione e si discute di come sia possibile proteggerci dai fenomeni inquietanti e dai pericoli della vita moderna. Parlare degli “Angeli” significa invece essere convinti che il mondo è dappertutto colmo dalla viva presenza di Dio e che questa presenza si rivolge a ciascun individuo, a ciascuno di noi come potenza che ci chiama e ci protegge.
Alla fine del corso degli esercizi spirituali per la Quaresima del 2007, il predicatore era stato l’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi che si era a lungo soffermato sugli spiriti celesti e, al momento del ringraziamento, il Papa Benedetto XVI affermò: “Mi sono accorto che negli intarsi del mio inginocchiatoio è raffigurato il Cristo risorto, circondato da angeli che volano. Ho pensato che questi angeli possono volare perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto; e che noi potremmo volare se uscissimo un po’ dalla gravitazione del materiale ed entrassimo nella gravitazione nuova dell’amore del Risorto”.
La prima domenica di Quaresima del 2009, all’Angelus il Papa tedesco ha sottolineato che nel vangelo di Marco si dice che “Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da satana” (Mc 1,12). Ma “di fronte a questa figura oscura e tenebrosa che osa tentare il Signore, appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose”. Gli angeli, dice il Vangelo, “servivano” Gesù (Mc 1,13); essi sono il contrappunto di satana”. E dopo aver elencato la presenza degli angeli nell’Antico e nel Nuovo testamento, Benedetto XVI ha aggiunto: “Gli angeli servono Gesù, che è certamente superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti anche nella situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore”. “Domandiamo loro – concluse il papa in quel primo marzo 2009 – in particolare quest’oggi, di vegliare su di me e sui collaboratori della Curia romana che in questo pomeriggio, come ogni anno, inizieremo la settimana di Esercizi spirituali. Maria, regina degli Angeli, prega per noi!”.


* * *
Dal:

PARTE PRIMA
LA PROFESSIONE DELLA FEDE

SEZIONE SECONDA:
LA PROFESSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

CAPITOLO PRIMO
IO CREDO IN DIO PADRE
ARTICOLO 1
«IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE,
CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA»

Paragrafo 5
IL CIELO E LA TERRA

325 Il Simbolo degli Apostoli professa che Dio è « il Creatore del cielo e della terra », 405 e il Simbolo niceno-costantinopolitano esplicita: « ...di tutte le cose visibili e invisibili ». 406
326 Nella Sacra Scrittura, l'espressione « cielo e terra » significa: tutto ciò che esiste, l'intera creazione. Indica pure, all'interno della creazione, il legame che ad un tempo unisce e distingue cielo e terra: « La terra » è il mondo degli uomini. 407 « Il cielo », o « i cieli », può indicare il firmamento,408 ma anche il « luogo » proprio di Dio: il nostro « Padre che è nei cieli » (Mt5,16) 409 e, di conseguenza, anche il « cielo » che è la gloria escatologica. Infine, la parola « cielo » indica il « luogo » delle creature spirituali – gli angeli – che circondano Dio.
327 La professione di fede del Concilio Lateranense IV afferma: Dio, « fin dal principio del tempo, creò dal nulla l'uno e l'altro ordine di creature, quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli e il mondo terrestre; e poi l'uomo, quasi partecipe dell'uno e dell'altro, composto di anima e di corpo ».410
I. Gli angeli
L'esistenza degli angeli - una verità di fede
328 L'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione.
Chi sono?
329 Sant'Agostino dice a loro riguardo: « "Angelus" officii nomen est, [...] non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est: ex eo quod est, spiritus est, ex eo quod agit, angelus – La parola "angelo" designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo ». 411 In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che « vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli » (Mt18,10), essi sono « potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola » (Sal103,20).
330 In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali 412 e immortali. 413 Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria. 414
Cristo «con tutti i suoi angeli»
331 Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono i suoi angeli: « Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli [...] » (Mt 25,31). Sono suoi perché creati per mezzodi lui e in vista di lui: « Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: troni, dominazioni, principati e potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui » (Col 1,16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: « Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza? » (Eb1,14).
332 Essi, fin dalla creazione 415 e lungo tutta la storia della salvezza, annunciano da lontano o da vicino questa salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio: chiudono il paradiso terrestre, 416 proteggono Lot, 417 salvano Agar e il suo bambino, 418 trattengono la mano di Abramo; 419 la Legge viene comunicata mediante il ministero degli angeli, 420 essi guidano il popolo di Dio, 421 annunziano nascite 422 e vocazioni, 423 assistono i profeti, 424 per citare soltanto alcuni esempi. Infine, è l'angelo Gabriele che annunzia la nascita del Precursore e quella dello stesso Gesù.425
333 Dall'incarnazione all'ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall'adorazione e dal servizio degli angeli. Quando Dio « introduce il Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio » (Eb 1,6). Il loro canto di lode alla nascita di Cristo non ha cessato di risuonare nella lode della Chiesa: « Gloria a Dio... » (Lc 2,14). Essi proteggono l'infanzia di Gesù, 426 servono Gesù nel deserto, 427 lo confortano durante l'agonia, 428 quando egli avrebbe potuto da loro essere salvato dalla mano dei nemici 429 come un tempo Israele. 430 Sono ancora gli angeli che evangelizzano 431 la Buona Novella dell'incarnazione 432 e della risurrezione 433di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, 434 saranno là, al servizio del suo giudizio.435
Gli angeli nella vita della Chiesa
334 Allo stesso modo tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli angeli.436
335 Nella liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; 437 invoca la loro assistenza (così nell'In paradisum deducant te angeli... – In paradiso ti accompagnino gli angeli– nella liturgia dei defunti, 438 o ancora nell'« Inno dei cherubini » della liturgia bizantina 439), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi).
336 Dal suo inizio 440 fino all'ora della morte 441 la vita umana è circondata dalla loro protezione 442e dalla loro intercessione. 443 « Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita ». 444 Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.
II. Il mondo visibile
337 È Dio che ha creato il mondo visibile in tutta la sua ricchezza, la sua varietà e il suo ordine. La Scrittura presenta simbolicamente l'opera del Creatore come un susseguirsi di sei giorni di «lavoro» divino, che terminano nel « riposo » del settimo giorno. 445 Il testo sacro, riguardo alla creazione, insegna verità rivelate da Dio per la nostra salvezza, 446 che consentono di « riconoscere la natura intima di tutta la creazione, il suo valore e la sua ordinazione alla lode di Dio ». 447
338 Non esiste nulla che non debba la propria esistenza a Dio Creatore. Il mondo ha avuto inizio quando è stato tratto dal nulla dalla Parola di Dio; tutti gli esseri esistenti, tutta la natura, tutta la storia umana si radicano in questo evento primordiale: è la genesi della formazione del mondo e dell'inizio del tempo. 448
339 Ogni creatura ha la sua propria bontà e la sua propria perfezione. Per ognuna delle opere dei « sei giorni » è detto: « E Dio vide che ciò era buono ». « È dalla loro stessa condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine ». 449 Le varie creature, volute nel loro proprio essere, riflettono, ognuna a suo modo, un raggio dell'infinita sapienza e bontà di Dio. Per questo l'uomo deve rispettare la bontà propria di ogni creatura, per evitare un uso disordinato delle cose, che disprezza il Creatore e comporta conseguenze nefaste per gli uomini e per il loro ambiente.
340 L'interdipendenza delle creature è voluta da Dio. Il sole e la luna, il cedro e il piccolo fiore, l'aquila e il passero: le innumerevoli diversità e disuguaglianze stanno a significare che nessuna creatura basta a se stessa, che esse esistono solo in dipendenza le une dalle altre, per completarsi vicendevolmente, al servizio le une delle altre.
341 La bellezza dell'universo. L'ordine e l'armonia del mondo creato risultano dalla diversità degli esseri e dalle relazioni esistenti tra loro. L'uomo li scopre progressivamente come leggi della natura. Essi sono oggetto dell'ammirazione degli scienziati. La bellezza della creazione riflette la bellezza infinita del Creatore. Deve ispirare il rispetto e la sottomissione dell'intelligenza e della volontà dell'uomo.
342 La gerarchia delle creature è espressa dall'ordine dei « sei giorni », che va dal meno perfetto al più perfetto. Dio ama tutte le sue creature, 450 si prende cura di ognuna, perfino dei passeri. Tuttavia, Gesù dice: « Voi valete più di molti passeri » (Lc 12,7), o ancora: « Quanto è più prezioso un uomo di una pecora! » (Mt 12,12).
343 L'uomo è il vertice dell'opera della creazione. Il racconto ispirato lo esprime distinguendo nettamente la creazione dell'uomo da quella delle altre creature. 451
344 Esiste una solidarietà fra tutte le creature per il fatto che tutte hanno il medesimo Creatore e tutte sono ordinate alla sua gloria:
« Laudato si', mi' Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messer lo frate sole,
lo qual è iorno; et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione...
Laudato si', mi' Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta...
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba...
Laudate e benedicete mi' Signore et rengratiate
et servitelo cum grande humilitate ». 452
345 Il Sabato – fine dell'opera dei « sei giorni ». Il testo sacro dice che « Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto » e così « furono portati a compimento il cielo e la terra »; Dio « cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro », « benedisse il settimo giorno e lo consacrò » (Gn 2,1-3). Queste parole ispirate sono ricche di insegnamenti salutari.
346 Nella creazione Dio ha posto un fondamento e leggi che restano stabili, 453 sulle quali il credente potrà appoggiarsi con fiducia, e che saranno per lui il segno e il pegno della incrollabile fedeltà dell'alleanza di Dio. 454 Da parte sua, l'uomo dovrà rimanere fedele a questo fondamento e rispettare le leggi che il Creatore vi ha inscritte.
347 La creazione è fatta in vista del sabato e quindi del culto e dell'adorazione di Dio. Il culto è inscritto nell'ordine della creazione. 455 « Operi Dei nihil praeponatur » – « Nulla si anteponga all'opera di Dio », dice la Regola di san Benedetto, 456 indicando in tal modo il giusto ordine delle preoccupazioni umane.
348 Il sabato è nel cuore della Legge di Israele. Osservare i comandamenti equivale a corrispondere alla sapienza e alla volontà di Dio espresse nell'opera della creazione.
349 L'ottavo giorno. Per noi, però, è sorto un giorno nuovo: quello della risurrezione di Cristo. Il settimo giorno porta a termine la prima creazione. L'ottavo giorno dà inizio alla nuova creazione. Così, l'opera della creazione culmina nell'opera più grande della redenzione. La prima creazione trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima. 457
In sintesi
350 Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: « Ad omnia bona nostra cooperantur angeli – Gli angeli cooperano ad ogni nostro bene ». 458
351 Gli angeli circondano Cristo, loro Signore. Lo servono soprattutto nel compimento della sua missione di salvezza per tutti gli uomini.

352 La Chiesa venera gli angeli che l'aiutano nel suo pellegrinaggio terreno e che proteggono ogni essere umano.

353 Dio ha voluto la diversità delle sue creature e la loro bontà propria, la loro interdipendenza, il loro ordine. Ha destinato tutte le creature materiali al bene del genere umano. L'uomo, e attraverso lui l'intera creazione, sono destinati alla gloria di Dio.

354 Rispettare le leggi inscritte nella creazione e i rapporti derivanti dalla natura delle cose, è un principio di saggezza e un fondamento della morale.

(405) DS 30.
(406) DS 150.
(407) Cf Sal 115,16.
(408) Cf Sal 19,2.
(409) Cf Sal 115,16.
(410) Concilio Lateranense IV, Cap. 1, De fide catholica: DS 800; cf Concilio Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius, c. 1: DS 3002 e Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 8: AAS 60 (1968) 436.
(411) Sant'Agostino, Enarratio in Psalmum 103, 1, 15: CCL 40, 1488 (PL 37, 1348-1349).
(412) Cf Pio XII, Lett. enc. Humani generis: DS 3891.
(413) Cf Lc 20,36.
(414) Cf Dn 10,9-12.
(415) Cf Gb 38,7, dove gli angeli sono chiamati « figli di Dio ».
(416) Cf Gn 3,24.
(417) Cf Gn 19.
(418) Cf Gn 21,17.
(419) Cf Gn 22,11.
(420) Cf At 7,53.
(421) Cf Es 23,20-23.
(422) Cf Gdc 13.
(423) Cf Gdc 6,11-24; Is 6,6.
(424) Cf 1 Re 19,5.
(425) Cf Lc 1,11.26.
(426) Cf Mt 1,20; 2,13.19.
(427) Cf Mc 1,13; Mt 4,11.
(428) Cf Lc 22,43.
(429) Cf Mt 26,53.
(430) Cf 2 Mac 10,29-30; 11,8.
(431) Cf Lc 2,10.
(432) Cf Lc 2,8-14.
(433) Cf Mc 16,5-7.
(434) Cf At 1,10-11.
(435) Cf Mt 13,41; 24,31; Lc 12,8-9.
(436) Cf At 5,18-20; 8,26-29; 10,3-8; 12,6-11; 27,23-25.
(437) Cf Preghiera eucaristicaSantoMessale Romano (Libreria Editrice Vaticana 1993) p. 311.
(438) Rito delle esequie, 80 (Libreria Editrice Vaticana 1989) p. 83.
(439) Liturgia bizantina di san Giovanni Crisostomo, Hymnus cherubinorumLiturgies Eastern and Western, ed. F.E. Brightman (Oxford 1896) p. 377.
(440) Cf Mt 18,10.
(441) Cf Lc 16,22.
(442) Cf Sal 34,8; 91,10-13.
(443) Cf Gb 33,23-24; Zc 1,12; Tb 12,12.
(444) San Basilio Magno, Adversus Eunomium, 3, 1: SC 305, 148 (PG 29, 656).
(445) Cf Gn 1,1–2,4.
(446) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum, 11: AAS 58 (1966) 823.
(447) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 36: AAS 57 (1965) 41.
(448) Cf Sant'Agostino, De Genesi contra Manichaeos, 1, 2, 4: PL 36, 175.
(449) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 36: AAS 58 (1966) 1054.
(450) Cf Sal 145,9.
(451) Cf Gn 1,26.
(452) San Francesco d'Assisi, Cantico delle creature: dal codice 338 della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi.
(453) Cf Eb 4,3-4.
(454) Cf Ger 31,35-37; 33,19-26.
(455) Cf Gn 1,14.
(456) San Benedetto, Regula, 43, 3: CSEL 75, 106 (PL 66, 675).
(457) Cf Veglia pasquale, orazione dopo la prima letturaMessale Romano (Libreria Editrice Vaticana 1993) p. 170.
(458) San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I, 114, 3, ad 3: Ed. Leon. 5, 535.