venerdì 21 settembre 2012

La semente gettata

 http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cc/Representation_of_the_Sower%27s_parable.JPEG/220px-Representation_of_the_Sower%27s_parable.JPEG
Di seguito i testi del Messale di oggi, 22 settembre, 
XXIV SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - SABATO,
con un pensiero sulle letture
 
Antifona d'Ingresso  Cf Sir 36,15-16
Da', o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele.
 

Colletta

O Dio, che hai creato e governi l'universo, f
a' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il nostro Signore...

LITURGIA DELLA PAROLA

  
Prima Lettura  1 Cor 15,35-37.42-49
È seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, qualcuno dirà: «Come risorgono i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. Quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un semplice chicco di grano o di altro genere. Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale.
Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste.
 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 55
Camminerò davanti a Dio nella luce dei viventi.

Si ritireranno i miei nemici,
nel giorno in cui ti avrò invocato;
questo io so: che Dio è per me.

In Dio, di cui lodo la parola,
nel Signore, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?

Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto:
ti renderò azioni di grazie,
perché hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei piedi dalla caduta.


Canto al Vangelo
   Lc 8,15

Alleluia, alleluia.

Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.

Alleluia.

Vangelo
  
Lc 8, 4-15
Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che custodiscono la Parola e producono frutto con perseveranza.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
   Parola del Signore.


Lettura

Siamo alle ultime battute della prima lettera ai Corinti, e Paolo lancia l’annuncio della risurrezione con l’immagine del seme, che in modo diverso troviamo anche nel Vangelo. Siamo fatti per la vita, e la pienezza della vita ci è data solo da Cristo e dal suo Spirito. Non basta il corpo mortale che abbiamo a farci vivere per sempre. Come la semente, il “corpo animale” deve prima morire per risorgere come “corpo spirituale”, attraversato cioè dalla presenza dello Spirito Santo che ci rende simili all’uomo “celeste”, cioè a Cristo stesso. 


Meditazione

La parabola del seme, raccontata da Gesù, indica che Dio è in dialogo con l’uomo. Un dialogo ha bisogno di due interlocutori. Il primo è Dio che lancia la semente. Il secondo è la terra, che la accoglie e la fruttifica. Neanche il seme più potente può crescere sopra l’asfalto. È vero che i semi attecchiscono anche negli interstizi delle rocce e nelle fessure delle antiche cattedrali, fiorendo in robusti germogli: questo indica che a Dio basta anche un piccolo spazio umano per fecondare e far fruttificare una vita. Ma la grazia non agisce mai a senso unico. In realtà il fiore più bello della grazia germoglia quando l’uomo stesso collabora, quando il dono di Dio viene raccolto fino a sbocciare nella libertà e nella fantasia delle persone. È venuto Gesù, ha incontrato e chiamato, uomini e donne hanno alzato il capo e hanno imparato a vivere, amando, donando, tessendo rapporti di umanità riconciliata. Anche san Paolo parla della semente gettata, ma un semplice chicco di grano non ha possibilità di vivere per sempre. La potenza di Dio, la forza della risurrezione di Cristo, la grazia dello Spirito Santo ci fanno vivere e rivivere. Quando il seme viene gettato, si confonde con la terra, sembra anch’esso un grumo di terra. Occorre che marcisca e muoia, per arrivare a germogliare e a rivivere. Gesù, seme gettato nel profondo della terra umana, è germogliato nella risurrezione. Quando Gesù viene seminato in noi, nel Battesimo, nei sacramenti e attraverso tutta la vita della Chiesa, ci rende partecipi del suo destino di morte e risurrezione. La sua morte e la sua vita diventano il nostro stesso percorso e il nostro destino: Egli è la semente che ci ridesta, ci risana, ci fa vivere.


Preghiera: Rendimi, Dio mio, umile senza finzione, lieto senza dissolutezza, triste senza sconforto, maturo senza rigidità, pronto senza leggerezza, verace senza doppiezza, timorato di Te senza disperazione, speranzoso senza presunzione, ammonitore del prossimo senza ipocrisia e suo edificatore con la parola e con l’esempio senza orgoglio (San Tommaso d’Aquino).

Agire: Mi impegno a gettare qualche semente nel cuore delle persone che incontro attraverso le parole del Vangelo, o anche a sostenere con un’offerta in denaro un’opera missionaria.