lunedì 24 settembre 2012

Contro la corruzione, no alle coppie di fatto

 Cardinale Angelo Bagnasco


Forte, coraggiosa, fiduciosa, la prolusione che il Cardinale Bagnasco ha pronunciato oggi pomeriggio a Roma aprendo i lavori del Consiglio permanente (24-27 settembre) della  Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
Il Presidente della CEI ha iniziato riprendendo le parole che Pontefice che in visita ad Arezzo il 13 maggio aveva esortato “L’Italia reagisca alla tentazione dello scoraggiamento”.
A questa esortazione il porporato ha aggiunto “Vogliamo essere gli araldi del Vangelo, e dunque della speranza. Forse, talora, anche scomodi, ma certo appassionati del comune destino, e per questo vedette insonni di un’alba già possibile”.
“Il nostro popolo – ha osservato l’Arcivescovo di Genova - tiene, resiste; naturalmente si interroga e patisce; ma non si arrende e vuol reagire” e “non ci stupisce di vedere sui banchi delle chiese persone ieri indifferenti e distratte, e oggi più pensose e concentrate”.
“Sono segnali - ha sottolineato - che certificano come vi sia, ad esempio, un popolo insospettabile e non residuale fedele alla preghiera del Rosario e alla Messa quotidiana” che mostra come “La cittadinanza è più in avanti di quanto non si pensi”.
Secondo il cardinale Bagnasco “i colpi della vita inducono ad essere meno superficiali, a diventare più riflessivi, a riscoprire i valori veri” e “senza lo spirituale nella persona e nella società, c’è una povertà strutturale incolmabile, si determina una perdita per tutti, anche per chi tale dimensione non la coltiva o non la stima”.
A questo proposito il Presidente della CEI ha indicato un esempio per tutti: il Pontefice Benedetto XVI, il cui programma è “solo il Vangelo”.
“Noi ci stringiamo a lui come a roccia solida e nocchiero austero, - ha aggiunto il cardinale -  che conduce con trasparenza la barca di Pietro tra scogli ieri ignoti”.
“Al male occorre semplicemente dire no”, ha sostenuto l’Arcivescovo di Genova, e “Noi Vescovi vogliamo ancora una volta ringraziare Pietro per la saldezza della sua fede. Ringraziarlo perché non cessa di esortarci a non fermarsi all’orizzonte puramente umano e ad aprirsi all’orizzonte di Dio, all’orizzonte della fede”
“Non si può tacere – ha precisato il porporato - che la Chiesa è rimasta forse l’unica a lottare per i diritti veri dei bambini, come degli anziani e degli ammalati, della famiglia, mentre la cultura dominante vorrebbe isolare e sterilizzare ciò che di umano resta nella nostra civiltà”.
“Nella Chiesa – ha affermato il Presidente della CEI - avviene qualcosa di straordinario: uomini limitati e miseri possono riscattarsi e compiere opere immense. Questa è la ragione ultima dell’impossibile irrilevanza della Chiesa, e del cristianesimo che lei nutre”. (A. Gaspari)


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 Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) ha commentato la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, tenuta in occasione dell’apertura dei lavori del Consiglio Episcopale Permanente:
“Un grido d’allarme che non può rimanere inascoltato. Il Cardinale Presidente della CEI, con puntuale e drammatico rimando all’evidenza dei nostri giorni, chiama a raccolta i credenti e gli uomini di buona volontà del nostro Paese, perché insieme si faccia appello alle risorse belle e buone che ancora albergano nella vita delle nostre comunità. Le ricchezze negate prevalgono ancora sulle povertà emergenti, anche su quelle colpevolmente generate da una condotta pubblica inadeguata alla serietà che questo tempo di ristrettezze reclama. Alla vigilia dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, il Card. Bagnasco coniuga con grande idealismo e realismo la forza dell’amore per Dio e per gli uomini, elaborando un programma di contenuti spirituali e sociali insieme radicali e irrinviabili, da sottoscrivere interamente e da rilanciare con ogni sforzo. La fede non è resa supplicante, né mera denuncia sociale, ma forza di vero cambiamento, il più potente agente di trasformazioni, di modernità e di rinnovamento che le nostre società occidentali abbiamo mai storicamente conosciuto. Per rispondere al bisogno di una «nuova evangelizzazione», che abbia a cuore la vita e il destino della nostra gente e per destinatari primari i giovani, le famiglie e le istituzioni, occorre ridire e ridare il contenuto pratico della nostra fede ad un Paese anestetizzato da scandali e delusioni crescenti. La fede è intelligenza della realtà e genera in chi crede un supplemento di passione, di sacrificio, di responsabilità, per dare alla realtà un corso più umano, rispettoso della dignità integrale e trascendente dell’uomo. Sarebbe assai grave se la risposta dei credenti, in questo tempo drammatico e sfidante, non fosse inversamente proporzionale ai lamenti, alle fughe e al disimpegno di molti. È tempo di dare corso ad una stagione di vero e radicale rinnovamento spirituale e morale, che includa ogni ambito della partecipazione e delle rappresentanze, per restituire alla gente la fiducia perduta. Nel Vangelo di Gesù sono tutte le risposte, le strategie, le fattispecie per rilanciare un nuovo protagonismo dei laici, cristianamente ispirato. La Chiesa è viva; la speranza non è in sciopero e lo Spirito Santo non conosce recessioni! Serve più umiltà, più complementarietà di carismi e diaconie, più consapevolezza di essere un solo corpo in comunione”.

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 La prolusione pronunciata dal cardinale Angelo Bagnasco in apertura del Consiglio permanente della Cei ha cercato ancora più di altre volte di evitare la possibilità di letture parziali o interessate secondo logiche di schieramento. Del resto la situazione è così magmatica e in evoluzione, anche in campo cattolico, che il capo dei vescovi ancor più di altre volte ha cercato di non essere trascinato nella mischia. Ma dalle sue parole è possibile trarre alcune indicazioni piuttosto chiare.

Bagnasco non è entrato in alcun modo nel dibattito circa la possibile nascita di un nuovo soggetto politico a cui potrebbero dar vita alcune delle associazioni di Todi. Gli stessi promotori sono molto più cauti e pare ormai sempre più difficile che un’operazione del genere riesca. Altra cosa sarebbe, invece, il dar vita a una rete che possa appoggiare un secondo governo Monti, questa volta politico e legittimato dalle urne: un’opzione questa che potrebbe essere benedetta sia dalla Segreteria di Stato che dai vertici Cei. Il presidente del Consiglio ha ottimi rapporti al di là del Tevere come pure con la Chiesa italiana: un passaggio chiave per questi rapporti è stato rappresentato dal modo in cui Monti ha risolto la questione dell’ICI-IMU in sede europea.

Particolarmente significativo, nella prolusione di Bagnasco, è stato il paragrafo dedicato all’impegno dei cattolici in politica. Il cardinale ha chiesto impegno personale, alimentato da un’autentica vita di fede, e coraggio della testimonianza, anche controcorrente: senza questi elementi, presenti in alcune dei padri fondatori della Repubblica ai quali oggi i cattolici in politica si richiamano, non sarà possibile – ha sottolineato il presidente della Cei – una vera leadership. La sottolineatura, seppure con sfumature diverse, può essere indirizzata sia a sinistra che a destra. Ai cattolici del centrosinistra, che nel PD hanno finito per risultare spesso una componente minoritaria e silente. A quelli del centrodestra, che nel PDL sono risultati troppo accondiscendenti.

«Non si tratta solo», ha detto Bagnasco, «di saper porgere il buon esempio – e già questo è gran cosa – ma di provocare le coscienze, di mettere in crisi uno stile di vita quasi collettivo attraverso scelte personali coerenti e controcorrente. Solo allora non si mercanteggerà con ciò che non è mercanteggiabile, e lo stratagemma del compromesso, talora non evitabile, diventa arte nobile e alta, non resa al ribasso».

La provocazione del cardinale non entra dunque nelle logiche di schieramento, né sul dove «accasarsi», in attesa di sapere come il panorama degli attuali partiti si scomporrà e ricomporrà. L’appello è alla chiarezza e alla forza di una testimonianza. È anche l’invito a riscoprire una tradizione importante e non racchiudibile selettivamente soltanto in alcuni valori – come spesso avviene dall’una e dall’altra parte: «Il cristianesimo, in realtà», ha detto Bagnasco, «sa – nella vera coscienza di sé – di essere esperienza non di regresso, ma propulsiva, perché capace di proporre modelli di vita in cui l’esasperazione del consumismo e del liberalismo è bandita, in vista di uno sviluppo comunitario più equilibrato e più garantista rispetto alla dignità di ogni persona».

«È l’ora», ha aggiunto, «di una solidarietà lungimirante, della concentrazione assoluta – senza distrazioni – sui problemi prioritari dell’economia e del lavoro, della rifondazione dei partiti, delle procedure partecipative ed elettive, di una lotta penetrante e inesorabile alla corruzione: problemi tutti che hanno al centro la persona e ne sono il necessario sviluppo».

In questa cornice s’inseriscono i due affondi, precisi e inequivocabili, che il cardinale ha fatto riferendosi alle cronache di questi giorni. La prima è la denuncia della corruzione e dello sperpero di soldi pubblici riferito a «Regioni» italiane, ancor più disgustoso in tempi in cui tante famiglie faticano a tirare a fine mese. La seconda è sui registri delle unioni civili, che Bagnasco ha voluto togliere dalla gabbia della contrapposizione tra una visione «laica» e un’altra «confessionale», spiegando invece che si tratta del confronto di due visioni entrambe «laiche» di diritti. «Si ha l’impressione che non si tratti di dare risposta a problemi reali – ai quali da sempre si può rispondere attraverso il codice civile esistente – ma che si voglia affermare ad ogni costo un principio ideologico, creando dei nuovi istituti giuridici che vanno automaticamente ad indebolire la famiglia». Due frontiere nelle quali il presidente dei vescovi si attende che la nuova generazione di cattolici in politica sia in grado di offrire testimonianze «controcorrente». (A. Tornielli)
Sotto il file della prolusione:

Prolusione Consiglio Permanente CEI - 24 settembre 2012 Angelo Bagnasco