giovedì 17 maggio 2012

Life Day 2012




Domenica 20 maggio il popolo per la vita nell'aula Paolo VI in Vaticano per sostenere e festeggiare la vita

ROMA, giovedì, 17 maggio 2012 - Saranno almeno sessanta i pullman che porteranno a Roma i volontari del Movimento per la vita dalle Regioni più lontane. Questi volontari si uniranno alle migliaia giunti in treno o provenienti dall’Italia centrale o invitati dalle tante realtà che compongono il Popolo della vita. Tutti insieme riempiranno di una folla festosa l’aula Paolo VI in Vaticano per il LifeDay 2012 che si svolgerà domenica 20 maggio dalle 10 alle 13,30
Quest’anno sono tante le ragioni di questa celebrazione: la premiazione dei vincitori della XXV edizione del Concorso scolastico europeo che in questi anni ha coinvolto oltre un milione di studenti; il varo dell’iniziativa europea “Uno di noi” per richiedere il riconoscimento dei diritti umani fin dal concepimento e la resistenza alla legge 194 che ha autorizzato l’interruzione di gravidanza per 5 milioni di concepiti.
Il Life Day prevede la diretta televisiva e il collegamento bidirezionale con piazza San Pietro per consentire ai fedeli di seguire i lavori ed ai partecipanti all’incontro di ricevere il Regina Coeli ed i saluti del Papa.
Concluderà i lavori il cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Il mondo dell’associazionismo cattolico sarà presente al gran completo. Interverranno Francesco Belletti presidente Forum delle Associazioni familiari – Franco Pasquali presidente di Reti in Opera Lucio Romano presidente Scienza&Vita.
Ed i leader associativi Luigi Borgiani segretario generale di Azione cattolica – Carlo Costalli presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) Eli Folonari del Movimento dei Focolari, Salvatore Martinez presidente del Rinnovamento nello Spirito, Andrea Olivero presidente delle ACLI – Luca Pezzi Segretario generale del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, Paolo Ramonda presidente dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, Giovanni Stirati del Cammino Neocatecumenale, di cui propongo sotto una testimonianza, e Padre Stefano Manelli, fondatore dei Francescani dell’Immacolata.

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 Di seguito propongo la testimonianza del Prof. Giovanni Stirati, Primario di Urologia presso il Policlinico Umberto I di Roma e responsabile del Cammino Neocatecumenale per la zona nord della capitale. Assolutamente da leggere!




  
Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve
Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare



Giovanni e Anna Maria Stirati
"Fecondità nel Magistero della Chiesa"
Perugia, 18 novembre 2002


Ecco io mi presento: sono Giovanni Stirati, sono medico, sono di Roma primario di urologia all’Umberto I°, sono fondamentalmente nefrologo - malattie dei reni - e ho anche l’insegnamento della nefrologia nel corso di laurea in medicina e da qualche anno ho anche l’incarico di bioetica. Insieme a mia moglie Annamaria - che sta qui davanti - facciamo parte del Pontificio Consiglio per la famiglia già da qualche anno, e, come potete immaginare, questo rappresenta un osservatorio privilegiato per tutti quelli che sono i problemi della famiglia. Proprio recentemente c’è stata un’assemblea plenaria , qualche giorno fa, molto interessante, proprio sulle coppie in difficoltà, sul numero 77 della Familiaris Consortio. E lì abbiamo portato ognuno il contributo della realtà ecclesiale di cui si fa parte. Ecco, dicevo, ringrazio Alberto e Cristina perchè questo tema, vuole essere.... ancora qualche notizia familiare, perchè questo tema è pastorale familiare, abbiamo quattro figlie, tre sposate, l’ultima ancora no, si sposa a maggio, abbiamo nove nipoti e cerchiamo in qualche modo di convertirci alla volontà di Dio.
Però dicevo questo tema, il particolare ringraziamento, perchè mi ha dato l’occasione lo stimolo, di approfondire il magistero della Chiesa perchè era troppo preciso il legame tra fecondità e magistero della Chiesa. Sono stato costretto a rivedere quello che noi facciamo di solito in modo un po’ più disordinato quando prepariamo qualche catechesi, qualche incontro etc.. di  rivedere questo tema alla luce sistematica del magistero della Chiesa. Già facendo questo abbiamo visto quanta sapienza, quale amore per l’uomo c’è nelle parole della Chiesa.
Questo tema si presta ad una riflessione sia antropologica, sia bioetica, perchè la medicina presenta attualmente all’uomo due possibilità opposte di essere arbitro della procreazione: quella di mortificare fino alla possibilità di annullare la possibilità di procreare con mezzi contraccettivi ormonali, l’altra  quella di mettere in atto delle pratiche di fecondazione in vitro per la sterilità di coppia. Ecco quindi che ci sono persone che si disperano per cercare di non avere un figlio, e persone che si disperano per cercare a tutti i costi di avere un figlio. E’ chiaro che tutto questo, nell’ambito di chi compie queste pratiche, viene presentato come un bene per l’uomo, nessuno ritiene di non fare il bene dell’uomo, già in fondo la stessa parola, procreazione assistita, ha un significato, un aiuto per l’uomo... torneremo su questo alla conclusione. Il problema è se le modalità con cui tutto questo si applica, sia nell’impedire la fecondazione, sia nel ricercarla a tutti i costi, non contraddica dei valori fondamentali nell’uomo per cui non potremmo chiederci come aiutare oggi l’uomo. Cioè assecondarlo in tutte le sue nevrosi, in tutti i suoi infantilismi, il suo desiderio di evitare qualsiasi sofferenza, identificando, cioè come si fa oggi, il bene con il piacere e il male con il dolore - questo è diventato il binomio - oppure mettendolo in guardia proprio da comportamenti che contraddicono questi valori. Ci sono delle date che sono state fondamentali per tutto ciò di cui tratteremo stasera: nel 1952 sono stati introdotti i contraccettivi ormonali: la pillola, pincus; Nel 1958 è nato il primo bambino belga da inseminazione artificiale, nel 1978 è nata la prima bambina inglese da FIVET , fecondazione in vitro, la pratica che attualmente  viene chiamata fecondazione artificiale, inoltre in questi anni si è fatta sempre più strada nell’opinione pubblica  il convincimento che tutto ciò che è tecnicamente possibile, è perciò stesso eticamnte lecito. Anzi alcuni aggiugono, tutto ciò che è tecnicamente possibile ed esiguito con diligenza professionale, quindi quanto più sono bravi nel farlo, tanto più vanno lodati ed approvati; questo è per ciò stesso eticamente lecito. E’ interessante, io qua l’ho riportato, c’è uno scritto del cardinale Newman, nel 1858, quindi un secolo fa, che nel discorso che tenne agli studenti di medicina dell’università cattolica che lui aveva fondato a Dublino, parlava, io cito le sue  parole testuali, della  specifica tentazione, dello specifico rischio cui è esposta la professione medica. Parlava agli studenti che iniziavano il corso di medicina. Si tratta di un certo sofisma dell’intelletto sulla massima implicitamente ammessa di cui o non se ne parla o non se la riconosce, la massima è questa: ciò che è vero è lecito, continua il cardinale Newmam, non è così , consiste in questo ciò che è vero in una scienza è di rigore conformemente in tale scienza, non si discute, ma non secondo un’altra scienza o in un’ altro campo, continua sempre lui, ciò che è vero nella scienza medica. In ogni caso tradotto nei fatti tutto ciò che la scienza medica insegna è vero se l’uomo fosse soltanto un animale, ma, dato che è un essere razionale e responsabile, una cosa può continuare a valere per la medicina eppure essere illecita di fatto, a causa del fatto che le leggi più alte per la morale o per la religione arrivano a qualche conclusione diversa. Queste sono parole profetiche, è chiaro che il cardinal Newman non poteva sapere nulla di tutto quello che sarebbe stata oggi la cosiddetta procreatica, ma l’intuizione del pericolo della medicina o della scienza era assolutamente profetico. Bene allora io ho suddiviso questo mio intervento in tre parti: primo io illustrerò brevemente il senso e la responsabilità della precreazione umana dal punto di vista antropologico e tutto questo alla luce del magistero della Chiesa cioè interesecherò i due livelli, poi parlerò di quella che è la cura della sterilità, e qui tratterò della cosiddetta procreazione assistita, per ultimo farò una riflessione bioetica sulla fecondazione artificiale. Potete interrompermi in qualsiasi momento se qualcuno non avesse chiaro qualche cosa e lo chiariamo subito. Allora vediamo la prima diapositiva: ecco la verità della procreazione umana è proprio stampata nell’essere stesso dell’uomo e della donna e in quella che è la reciproca donazione totale. E’ chiaro che questa verità, quindi, è una esperienza eminentemente personale, qua c’è tutto il senso antropologico e filosofico del concetto di persona, però non abbiamo tempo ne’ possibilità di sviluppare questo, diamola come un incontro tra  le persone, cioè la persona è ben più del suo corpo, è ben più della sua psiche, è ben più delle sue emozioni, la persona ha bisogno del corpo per esprimersi. E’ chiaro che questa relazione che è eminentemente personale ha dei requisiti, cioè: primo deve essere tra uomo e donna cioè tra persone eterosessuali, anche qua accenno e non sviluppo, potrà poi ognuno seguire il filone come meglio crede; secondo essere tra un solo uomo e una sola donna, quella che è l’unicità ed esclusività di questo rapporto personale, coinvolgere l’intera durata della vita, questo significa l’indissolubilità e la fedeltà, tendere alla mutua integrazione e perfezione dei due e qui appare il concetto di coppia, tendere ad aprirsi ad una sola persona il figlio e quindi la fecondità e infine che sia conosciuta e riconosciuta dalla società la pubblicizzazione di questo rapporto. Quindi è un esperienza eminentemente personale cioè coivolge la persona con questi suoi requisiti, cioè quella persona nei riguardi di un altra persona e di ambedue nei riguardi del figlio. Viene coivolta la persona in questi suoi attributi cioè la totalità unificata , la dinamica specifica , la finalità, la trascendenza .Sono parole un po’ difficili, ma adesso le esaminiamo ad una ad una , per vederne il significato.
Ecco la persona nella sua totalità unificata, cioè il procreare umano che proprio perchè umano non è riconducibile ad un fatto puramente biologico, perchè investe il tutto indivisibile della persona -  qua è citata la familiaris consortio - in quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel corpo, e corpo formato da uno spirito immortale, è chiamato all’amore con la sua totalità unificata, è un termine che viene usato nella familiaris consortio, l’amore abbraccia anche il corpo umano, reso partecipe dell’amore spirituale, cioè questo tutto indivisibile della persona, cioè tutto biologico, affettivo e spirituale. Ecco poi la persona ha la sua dinamica specifica, cioè questa donazione tra le persone, questo è il logos  dell’amore coniugale, questo è il succo, la sintesi, il cuore, quello che oggi chiamiamo il logos. Dice sempre la Gaudium et Spes, oggi l’uomo in terra è la sola creatura che Dio abbia voluta per se stessa e che non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sè, quando l’uomo ha una gioia è quando è uscito da se, quando si è dato perchè una condanna dell’uomo è quando l’uomo è chiuso in se senza la possibilità di potersi dare; quante volte abbiamo sentito l’impulso che può essere anche chiedere perdono, il compiere qualche cosa non per interesse per l’altro, ecco lì abbiamo assaggiato qualche cosa  di autentico che ci ha fatto uscire da noi stessi, ecco - per dirla come San Paolo - morire a se stessi. Quando l’uomo ha realizzato questo, ha sperimentato un dono sincero di se. Ora, questa donazione coniugale è inscindibilmente interpersonale e traspersonale; ora interpersonale vuol dire la relazione tra le persone, traspersonale vuol dire che questa unione tra le persone dà origine, va oltre alle loro persone,  da origine ad una terza persona cioè al figlio. Ecco, guardate cosa dice Giovanni Paolo II sempre nella Familiaris Consortio: nella sua realtà più profonda l’amore è essenzialmente dono e l’amore coniugale, mentre conduce gli sposi alla reciproca conoscenza – termine biblico che li rende una sola carne - non si esaurisce all’interno della coppia, perchè li rende capaci della massima donazione possibile per la quale diventano cooperatori con Dio per il dono della vita ad una nuova persona umana. Così i coniugi, mentre si donano tra loro, si donano al di là di sè stessi nella realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell’unità coniugale e sintesi indissociabile del loro essere padre e madre. Ecco, Blondel con una efficace immagine diceva: i due diventano uno, i due, diventati uno, diventano tre. Questa è una celebre immagine di Blondel che è particolarmente efficace. Andando avanti, abbiamo ancora Paolo VI: La Chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere di per sè stesso aperto alla trasmissione della vita. Tale dottrina, questa è l’Humanae Vitae, più volta espressa dal magistero è fondata sulla connessione inscindibile che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa. Tra i due significati dell’atto coniugale, il significato unitivo ed il significato procreativo, suppongo che questo lo abbiate sentito infinite volte, quindi non mi sembra il caso di ritornare qua. E’ chiaro che quando noi diciamo la persona nella sua finalità, cioè qual’è il fine per cui volere e concepire un figlio. Cioè non c’è dubbio che l’unico fine degno e giusto per concepire un figlio è l’amore. Dico questo perchè il figlio rappresenta un valore in sè stesso e per sè stesso; cioè sempre un fine e non un mezzo. Voi pensate che proprio recentemente abbiamo saputo di quei genitori che hanno concepito un nuovo figlio per avere la possibilità di donare il midollo, perchè il nuovo figlio fosse donatore di midollo al primo figlio colpito dalla leucemia. Oppure persone che commissionano un embrione per poi avere congelate le cellule staminali domani che avranno il morbo di Parkinson, il diabete, l’Alzheimer. Questo è strumentalizzare la vita del figlio, cioè volere il figlio non per un fine. Il fine di un figlio è la sua esistenza come persona libera, non che sia usato come mezzo per altri scopi. E’ il motivo per cui non si da diritto al figlio. E’ interessante questo perchè nella mentalità di oggi, perchè non posso avere diritto a un figlio visto che la scienza me lo permette? Vedete già come si agganciano i due aspetti. Ora sentite cosa diceva addirittura Pio XII, cinquant’anni fa o più: la fecondazione artificiale sorpassa i limiti del diritto acquisito dagli sposi in virtù del contratto matrimoniale... lo diceva cinquant’anni fa. “Tale contratto non conferisce ad essi il diritto alla fecondazione artificiale nè il diritto alla prole”. Chi può avere il diritto di avere un figlio.... poichè “il contratto non ha per oggetto la prole, ma oggetto del contratto sono gli atti naturali capaci di generare una nuova vita ed a questo scopo ordinati.” A questo hanno diritto i coniugi non necessariamente al figlio... la persona nella sua trascendenza. E’ chiaro che procreare è un’esperienza eminentemente umana che rivela e realizza l’uomo; lo rivela e lo realizza nel suo specifico. Ma l’uomo è più che l’uomo.. proprio perchè e in relazione con l’Assoluto. Questo ce lo dice la fede. Nell’esperienza di tutti i popoli, anche i più primitivi, c’è che nella fecondità c’è un qualche mistero, c’è un qualche cosa che richiama al divino. Questa è una esperienza religiosa di tutti i popoli: il mistero. Sentite cosa dice il Concilio Vaticano II: “i coniugi sappiano di essere cooperatori dell’amore di Dio Creatore, e quasi i suoi interpreti nell’ufficio di trasmettere la vita e di educarla”, ufficio questo che deve essere considerato come missione loro proria. Accanto a quello che è il logos, Dio traccia anche una strada da percorrere. Dice Paolo VI nell’Humanae Vitae:  “Nel compito di trasmettere la vita, i coinugi non sono liberi di procedere a loro arbitrio, come se potessero determinare in modo del tutto autonomo le vie oneste da seguire, ma devono conformare il loro agire all’intenzione creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del Matrimonio e dei suoi atti e manifestata dall’insegnamento costante della Chiesa”. Cioè la realtà prima dalla quale scaturisce la vita umana non è l’amore dei genitori ma lo stesso amore di Dio che è Creatore e Padre.
La responsabilità della procreazione, cioè il contenuto di quello di cui parliamo. Dice Giovani Paolo II nella Familiaris Consortio: “Quando i coniugi, mediante il ricorso alla contraccezione, scindono i due significati unitivo e procreativo, si comportano come arbitri del disegno divino e manipolano e sviliscono la sessualità umana e con essa la persona propria e del coniuge alterando il valore di donazione totale. Cioè avviene quella che si chiama una falsificazione del valore del corpo. La persona che dovrebbe dire: io mi dono a te fino in fondo, fino al punto che possa nascere da noi un’altra persona, ecco ... tutto questo viene falsificato ed è fonte di frustrazione in molte persone. Io ricordo un articolo del New England Journal Madison in cui proprio si parlava di crisi del Matrimonio proprio in coppie in cui la moglie prendeva la pillola all’insaputa del marito. Il marito non lo sapeva, ma qualcosa non andava nel matrimonio, cioè c’era una falsificazione interna che poi... considerate che sono studi superseri, laici e non confessionali. “Ne deriva non soltanto il positivo rifiuto dell’apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell’interiore verità dell’amore coniugale chiamato a donarsi in totalità personale.”
Il Cammino morale della coppia. E’ interessante perchè qui passiamo alle modalità. Da una parte il contenuto... qui le modalità. Sentite che parole di amore, di misericordia, di dolcezza che ha Paolo VI nell’Humane Vitae. “Non sminuire in  nulla la salutare dottrina di Cristo è eminente forma di carità verso le anime” cioè dire la verità su quelli che sono i valori dell’uomo “ma ciò deve accompagnarsi con la pazienza e la bontà di cui il Signore ha dato esempio nel rapportarsi con gli uomini. Venuto non per giudicare ma per salvare, Egli fu certo intransigente con il male ma misericordioso con le persone. Nelle loro difficoltà i coniugi ritrovino sempre nella parola e nel cuore del sacerdote l’eco della voce e dell’amore del Redentore.” Ecco io ricordo anche qui un celebre discorso di Giovanni Paolo II in cui si parlava della legge della gradualità, cioè di avere pazienza con le persone e di portarle piano piano a conoscere la ricchezza di Cristo nella loro vita. Parlava di legge della gradualità ma non di gradualità della legge. Cioè non presentare alle persone quel poco che possono fare, ma presentargli la verità intera ed aiutarle poi perche questa verità ha il profumo di Cristo. Diceva anche Giovanni Paolo II: Ma a quale uomo parliamo? Cioè parliamo all’uomo ancora schiavo di se stesso e preda delle sue concupiscenze o all’uomo redento da Cristo? Perchè, se parliamo all’uomo redento da Cristo, allora è diverso. Ecco: bellissime anche le parole che vediamo e che confermano quello che stiamo dicendo.La difficoltà è costituita dal fatto che molti pensano che l’insegnamento cristiano sia impraticabile benchè vero almeno in alcune circostanze. Cioè dire voi mettete l’asticella a tre metri... chi volete che salti? Nessuno. Le persone più di mezzo metro non possono saltare! Non è così. “Come la tradizione della Chiesa ha costantemente insegnato, Dio non comanda l’impossibile, ma ogni comandamento comporta anche un dono di grazia che aiuta la libertà umana ad adempierlo” Vedete come il Magistero illumina il problema morale di ogni coppia.
Ecco, qui passo alla seconda parte, cioè esaminare questi problemi della terapia della sterilità. Vedremo poi che questo termine, nel modo in cui oggi esso si intende, non è opportuno. Perchè la terapia è qualcosa che cura, migliora e non che sostituisce l’atto coniugale.
La fertilità – queste sono definizioni mediche accettate universalmente – è il concepimento spontaneo entro un anno di rapportoi senza contraccezione. Cioè una coppia che può essere definita fertile più o meno entro un anno un figlio lo fa, se non pratica la contraccezione. L’infertilità è l’incapacità di concepire dopo un anno. E’ chiaro che magari lo fa dopo cinque anni, alcuni lo fanno  dopo  che hanno adottato un bambino... questo è classico. Si adotta un bambino perchè si pensa di essere nella sterilità – così non è – era solo una ipofertilità, la donna si è messa tranquilla, adesso ovula meglio, la sua ipofisi funziona meglio, è serena, finalmente ha il bambino, è in grado di averne un altro. Questo è un classico di molte adozioni. Mentre la sterilità è l’incapacità assoluta di concepire. Capite bene questa distinzione perchè la fertilità è solo un dato biologico, è una delle espressioni della fecondità. Cioè la coppia che ha dieci figli con il marito che torna tutte le sere ubriaco e costringe la moglie ad avere rapporti sessuali è una coppia che si è riprodotta molte volte, possiamo dire che è fertile, ma non possiamo dire che è una coppia feconda. Mentre la fecondità è un valore che supera il dato biologico ed anche una coppia che adotta un bambino o che si dedica a qualche cosa, è feconda nel cuore, nell’animo... magari non lo è fisicamente.
Ecco è un problema serio questo della sterilità, potrà sembrare esagerato, ma una coppia su cinque in Italia è sterile. Queste sono statistiche orma consolidate, dati che portano i principali libri che si occupano di sessuologia piuttosto che di ostetricia e ginecologia. Le cause della sterilità per il 30% maschili, per il 50% femminili, per il 20% di coppia. Specialmente in queste femminili c’entra molto quella che è stata la recente liberalizzazione dei costumi sessuali. Nel senso che moltissime infezioni trasmesse sessualmente, in particolare l’infezione da clamidia, portano poi ad una occlusione delle tube e ad una serie di problemi per cui la gran parte della sterilità femminile è oggi collegata a questoi motivi.
Due parole sulla fecondazione artificiale: omologa quando i gameti sono della coppia cosiddetta richiedente, i gameti sono lo spermatozoo da una parte e l’ovulo dall’altra, l’ovocita. L’unione di questi forma lo zigote cioè il patrimonio genetico del padre e della madre. E’ l’embrione ancora unicellulare, una cellula, che è formata da metà del patrimonio paterno e metà di quello materno. Questa cellula poi si riproduce e diventa due, quattro, otto, etc. e da luogo all’embrione, allo sviluppo dell’embrione.
E’ eterologa quando avviene la donazione, torneremo su questo termine più avanti, di uno o ambedue i due gameti o addirittura dell’embrione dato da una coppia estranea alla coppia richiedente. Cioè possiamo fabbricare in vitro un embrione ed impiantarlo nell’utero della donna della coppia richiedente, perchè potrebbe accadere che nè il marito, nè la moglie della coppia richiedente abbiano la possibilità di fornire nè lo spermatozoo nè l’ovocita.
Si definisce intracorporea quando o avviene quella che si chiama una inseminazione artificiale, cioè dire semplicemente che si permette allo sperma di risalire contro una serie di ostacoli che possono esserci nell’apparato genitale femminile, per esempio un ph particolarmente sfavorevole per la vita degli spermatozoi. Allora potete capire che questa inseminazione è una facilitazione, è un aiuto e non è un sostituirsi all’atto. Questa pratica è l’unica che non ha riserve etica – già a suo tempo Pio XII l’aveva approvata da un punto di vista etico – cioè nel concreto la coppia compie l’atto sessuale, lo fa con un preservativo bucato perchè possa in ogni caso lo sperma essere eiaculato nella vagina della donna, si raccoglie poi quello che è rimasto nel condom e, con una pipetta, gli si fa superare la vagina. Viene portato direttamente nell’utero. Questa è una pratica che è una facilitazione, è un aiuto a quello che è l’atto sessuale perchè altrimenti questi spermatozoi sempre sarebbero uccisi in questo loro cammino proprio per l’ambiente sfavorevole che trovano. Già la GIFT che è il trasferimento intratubarico dei gameti – io come capite non posso entrare in dettagli nemmeno forse vi interessano più di tanto, ma queste sono sigle che sono abbastanza comuni – c’è molta artificialità anche se l’incontro dei gameti avviene in qualche modo nel corpo della donna. Ma quella che è extracorporea, non vi sono dubbi, presenta le massime riserve etiche. La FIV-ET e la micromanipolazione dei gameti, cioè c’è la possibilità con la ICSI che è la manipolazione di spermatozoi nella cellula uovo. Basta uno spermatozoo che viene sparato nella cellula uovo feconda la cellula uovo e tutto questo avviene, come capite, in vitro, in provetta, in laboratorio.
Quali sono i problemi? Prima cosa: Oggi sono tutti preoccupati di ottenere da parte del paziente, in questo caso della coppia, il consenso informato per qualunque pratica terapeutica o diagniostica... c’è un tale giro di affari intorno a queste pratiche per cui non sempre il consenso è veramente informato. Cioè viene presentata questa pratica come molto più facile e con percentuali di successo, che se uno dicesse onestamente i fatti, non superano il 20% di bambini nati su 100 tentativi. Considerate che ci sono donne che fanno cinque, sei, sette tentativi di questo genere. La tecnica comporta lo stimolare le ovaie della donna con potentissimi ormoni perchè avvenga una ovulazione contemporanea di sette, otto, dieci ovociti che vengono prelevati... voi sapete che l’ovulazione avviene a mesi alterni, prima un ovaio poi l’altro. Questo è il ritmo naturale dell’ovulazione. Poi se ne devono procurare 10 o 12 perchè devono essere visti nella loro qualità, devono essere impiantati in misura superiore ad uno perchè vi siano maggiori possibilità che l’impianto attecchisca e spesso vengono taciuti i rischi....
I rischi materni: prima di tutto l’imperizia dell’operatore... c’è anche qui un tale giro di affari che non sempre quelli che si occupano di queste pratiche sono ineccepibili da un punto di vista tecnico. Ci sono poi i rischi connessi inevitabilmente alla procedura, perchè la stimolazione così pesante ed artificiale necessaria per indurre una maturazione contemporanea di più ovociti comporta dei rischi come la sindrome da iperstimolazione ovarica – io sono consulente nefrologo al policlinico in Clinica ostetrica – e ci sono dei casi che possono essere addirittura mortali in rapporto a questa iperstimolazione. Non entro nei dettagli perchè non è il caso.
Aumenta poi, per il ripetersi dei tentativi, l’incidenza di neoplasie ovariche o mammarie.
Questi sono i rischi materni.
I rischi maternofetali sono la possibilità di gravidanze ectopiche – cioè gravidanze extrauterine,  fuori dal loro uovo che è l’utero – e le gravidanze multiple. Queste si hanno anche in natura, ma la gravidanza multipla, la gravidanza gemellare e ancora di più trigemina, comporta un rischio di gestosi che è una complicanza seria della gravidanza.
Però è chiaro che mentre in natura avviene un caso su duemila qui avviene un caso su... cento, anche in percentuale maggiore. Quindi significa andara noi a ricercare, a provocare qualcosa che può essere molto dannoso per la donna.
Passiamo ai rischi embriofetali, dell’embrione e del feto.
Il primo rischio è la soppressione degli ormoni “difettosi”. Se l’embrione, una volta creato in laboratorio, viene esaminato e  giudicato difettoso , sia dal punto di vista genetico che da quello morfologico, viene soppresso. Altro che rischio... è la perdita della vita stessa dell’embrione.
Poi c’è il congelamento per tempo indefinito... vi ricordate quando qualche anno fa, in Gran Bretagna, si è deciso cosa fare di embrioni che erano congelati da più di cinque anni... questi sono congelati a -80°, -120°, quindi nessuno sa... ma si può immaginare che dei danni possano esserci, e nessuno sapeva cosa fare di questi embrioni alla fine si è deciso di sopprimerli perchè non c’è stata altra possibilità. Le stime dicono che ci sono milioni di embrioni congeleati nel mondo. In Italia si stima ce ne siano settanta, ottantamila.
Ancora c’è l’aborto spontaneo o provocato. Spontaneo perchè spesso si tratta di gravidanze multiple, provocato perchè, magari ad una successiva ecografia, appare una anomalia di questo feto e quindi si produce il cosiddetto aborto terapeutico.
La possibilità di anomalie cromosomiche, le malformazioni congenite e, cosa tra le più drammatiche che avvengono tramite queste pratiche di fecondazione artificiale, la facilità di disporre di embrioni umani per la sperimentazione. Ecco una volta che ci sono.... cosa hanno detto (proprio recentemente in rapporto alle cellule staminali)? Perchè sprecare questi embrioni che sono destinati comunque alla distruzione, permettiamogli di arrivare fino al punto in cui siamo in grado di prelevare le cellule staminali e poi li distruggiamo... Perchè la logica alla fine è... ferrea.
Quali sono i problemi etici fondamentali della fecondazione artificiale:
La perdita della dimensione personale dell’atto procreativo, cioè tutto questo avviene nel laboratorio, lo fanno i medici, lo fanno i tecnici, le persone sono scomparse... sono scialbe comparse che hanno solo fornito lo spermatozoo o l’ovocita, ma gli attori principali sono i medici, sono quelli che si occupano di queste pratiche.
La dignità del concepimento del figlio. Un uomo ha il diritto di essere concepito da un atto d’amore che riguarda i suoi genitori e non il laboratorio.
L’artificialità, poi torneremo su questo, che non è giustificata da reali finalità terapeutiche o riabilitative. Non può essere definita terapia. Una terapia sarebbe un intervento di microchirurgia sulle tube, per esempio, per riaprirle. Quella è una terapia, quello ripristina la fecondità. Ma qua? Si tratta della sostituzione di un atto che non può ricevere il termine di terapia... attenzione perchè questo come capite è un termine equivoco, che colpisce molto l’opinione pubblica... come se la Chiesa fosse retrograda e non volesse utilizzare quello che oggi è a disposizione degli uomini, come se non volesse il bene degli uomini... torneremo anche su questo.
Per cui l’artificialità è giustificata per reali finalità terapeutiche o riabilitative, avevamo detto prima, per facilitare l’atto coniugale. L’artificialità di per sè non è un valore negativo. Io faccio il nefrologo... la dialisi tiene le persone in vita... persone che prima sarebbero morte. Nessuno ha nullo contro l’artificialità,! Se andate in una sala di rianimazione troverete che tutto è artificiale: dal pacemaker, al respiratore, al stessa flebo, ma, sentite cosa dice  la Congregazione per la dottrina della fede: “l’intervento medico è rispettoso della dignità delle persone quando mira ad aiutare l’atto coniugale sia per facilitarne il compimento, sia per raggiungere il suo fine una volta che sia stato naturalmente compiuto”.
Ma questa artificialità non è giustificata nella fecondazione artificiale perchè sostituisce l’atto coniugale, cancella la presenza delle persone, stravolge l’atto creativo considerando la natura come puramente biologica e non ontologica. Cioè la persona alla stregua dell’animale; noi possiamo fare la riproduzione artificiale degli animale, la facciamo per aumentare la carne da mangiare. Come facciamo a paragonare la persona umana con l’animale - se c’è qualche animalista sono perduto – non è questione di discutere su questo. La Congregazione della dottrina della Fede dice:”Al contrario talvolta accade che l’intervento medico tecnicamente si sostituisca all’atto coniugale per ottenere una procreazione che non è nè il suo risultato nè il suo frutto. In questo caso l’atto medico non risulta  come dovrebbe al servizio dell’unione coniugale, ma si appropria della funzione procreatrice” la parola procreare vuol dire concreare con Dio, se volete, è una nuova creazione “e così contraddice  alla dignità e ai diritti inalienabili degli sposi e del nascituro”.
“ Il Matrimonio possiede specificità di beni e valori di unione eprocreazione senza possibilità di confronto con quelli che esistono nelle forme inferiori della vita.” E’ quello che dicevo in relazione alla fecondazione artificiale che non provoca particolari remore quando è praticata nell’animale. “Tali valori e significati di ordine personale determinano dal punto di vista morale il senso ed il limite degli interventi artificiali sulla procreazione e sull’origine della vita umana. Questi interventi non sono da rifiutare in quanto artificiali, come tali essi testimoniano le possibilità dell’arte medica, ma si devono valutare sotto il profilo morale in riferimento alla dignità della persona umana chiamata a realizzare la vocazione divina al dono dell’amore al dono della vita”
Il punto centrale è questo, è il discorso: non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente lecito se contraddice i valori fondamentali dell’uomo.
Per cui, quali sono i limiti della medicina? Ecco: “La scienza e la tecnica, preziose risorse dell’uomo quando si pongono al suo servizio e ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti, non possono da sole indicare il senso dell’esistenza e del progresso umano” Anche la fisica nucleare è magnifica, ma quando quelli che se ne occupavano si sono resi conto che da lì veniva la bomba atomica e significava distruggere milioni o miliardi di persone, hanno detto: io mi ritiro, non ci sto più! ... Alcuni certo. “Essendo ordinate all’uomo” ... cioè questo significa che l’idolatria della scienza e della tecnica,  ed è inutile dire che la scienza e la tecnica sono neutre... non sono neutre! Perchè poi le applicazioni di tutto quello che viene scoperto in che misura sono a beneficio dell’uomo? Cioè “essendo ordinate all’uomo, da cui traggono origine ed incremento, attingono dalla persona”  non da se stesse, non è autoreferenziale l’autorità della scienza, attinge “dalla persona a dai suoi valori morali l’indicazione della loro finalità e la consapevolezza dei loro limiti” Queste sono le parole bellissime della donum vitae che è l’istruzione per la vitra nascente della Congregazione della Dottrina della Fede.
Concludo. Allora... qualche domanda, perchè questo è il punto, il dilemma che oggi si dibatte.
E’ un bene? Molti pensano: perchè non dare un figlio a coppie che stanno desiderando da anni. E’ una sofferenza non avere un figlio? Certo che è una sofferenza! Ci sono coppie distrutte da questo. Allora, è un bene? Sentite cosa diceva Jean Rostand nel ’56. “ Da questo momento abbiamo i mezzi per agire sulla cosa vitale.... poichè siamo penetrrati negli arcani della natura ed abbiamo messo le mani su alcune delle sue forze, poichè cominciamo a capire dove colpire, quali siano i suoi punti sensibili ed abbiamo strappato alla vita alcuni dei suoi segreti” ... se volete il mito di Faust. Queste tecniche di fecondazione artificiale hanno intaccato il senso ed il significato di procreazione, coniugalità, famiglia.
E’ un aiuto alla coppia? Perchè viene presentato come un aiuto alla coppia, procreazione assistita... cioè oggi la scienza ti aiuta, ti assiste per avere un figlio. Prima domanda: la fecondazione artificiale è vissuta  come un problema di coppia o non piuttosto come problema individuale per esaudire il proprio desiderio di vincolo genetico con il figlio? Questo succede quando il marito è sterile, si rivolge alla banca del seme, ottiene questo seme, viene creato l’embrione... qual’è il problema del padre? Se voi leggete i giornali troverete che sono sempre più frequenti i casi, dopo una solenne litigata, di disconoscimento di questo figlio. Cioè si arriva al punto: questo non è mio figlio! Ha valore (sia etico che legale) il consenso del coniuge sterile? Probabilmente dicono i giuristi che non ha nessun valore.
E’ una donazione? Questa dei gameti o dell’ovocita. Se uno dona un rene fa un atto eticamente accettabile? Fa un atto eroico! Donare un organo... la Chiesa ha sempre pensato che fosse uno dei gesti più sublimi di amore per l’altro. Ma ogni donazione è eticamente giustificata solo nel totale rispetto del corpo umano e della sua dignità personale. Tale rispetto coinvolge anche il nascituro. Penso non ci sia bisogno di altri commenti per chiarire la differenza tra questa forma di donazione che in ogni caso è anonima ... poi vedremo cosa significa questo. E’ un altruismo? Cioè il donatore, il cosiddetto donatore, ha fatto un gesto generoso? Quale altruismo nella totale irresponsabilità del donatore di spermatozoi o della donatrice di ovociti che nemmeno sa chi è suo figlio? Perchè per legge le banche del seme devono mantenere l’anonimato del donatore. Le banche del seme e le banche degli ovociti.
Di quale medicina stiamo parlando? La medicina al servizio dei desideri! Desideriamo avere un figlio, no? Poi ti diranno: lo voglio maschio... bene! Sopprimiamo tutti gli embrioni femmine! Poi ti diranno: lo voglio con gli occhi azzurri, poi lo voglio....cioè è una medicina al servizio dei desideri? Dobbiamo assecondare l’uomo in questo suo itinerario? Perchè il desiderio assume insensibilmente la connotazione del diritto. Ho diritto ad avere un figlio! La scienza me lo permette... non solo ho diritto, ma me lo deve anche pagare lo stato! Perchè oggi come oggi ci sono oggi persone che si dissanguano per queste pratiche di fecondazione assistita che ancora non sono a carico del servizio sanitario nazionale, o per lo meno quello che si fa negli ospedali è quasi niente in confronto a quella che è la richiesta e quindi l’offerta da parte di centri privati. E’ in discussione la legge che dovrebbe mettere fine a quello che si chiama il far west della provetta. Non c’ è dubbbio che vi sono forti responsabilità di uno stato che riconoscesse il diritto al figlio con leggi che permettano qualsiasi mezzo per ottenerlo. Sapete che negli ultimi disegni di legge tutto si è un pò ridimensionato... non più di tre embrioni si possono creare in laboratorio, etc. alcuni vincoli sono stati messi.
I problemi del figlio, possibile figlio di 2-3 madri e/o di 2 padri. Vi cito il caso che è stato pubbblicato due-tre anni fa su American Journal Medicine, che è il miglior giornale medico degli USA, probabilmente mondiale... estremamente serio. Riporta il caso di due coniugi, lui sterile, lei tube chiuse, entrambi sterilità assoluta, che si sono rivolti ad una banca del seme per avere l’ovocita e lo spermatozoo. E’ stato ottenuto, hanno proceduto alla creazione in vitro degli embrioni e la donna, che aveva altri problemi, ha voluto che non fosse impiantato l’embrione in se stessa ma si è fatto ricorso a un utero in affitto, una madre surrogata - come si chiama – che dietro adeguato compenso ha portato avanti la gravidanza per nove mesi. Mentre questa donna portava avanti la gravidanza, questi due hanno divorziato, è nata questa bambina e nessuno la voleva più. Notate che questa aveva tre madri: la madre che ha commissionato l’embrione - la madre cosiddetta sociale – la madre genetica che è la fornitrice dell’ovocita, la madre surrogata che è quella che ha portato avanti la gravidanza. E almeno due padri: il padre sociale ed il padre genetico. Pur con questa ricchezza di genitori il giudice ha esaminato il caso e l’ha definita “parentless” cioè senza genitori, perchè nessuno più la voleva: i genitori genetici sono anonimi per natura, questi due non la volevano più perchè avevano doverziato e non gli interessava più - abbiamo i nostri guai figuriamoci una bambina -, la madre surrogata aveva compiuto il suo compito e quindi era stata compensata e la cosa era finita lì. Si è arrivati a questo assurdo giuridico di definire senza genitori questa bambina; il pubblico ministero fece ricorso contro questa corte, la corte di uno stato federale, e il giudice rivide il caso e la assegnò ai genitori che l’avevano commissionata. Come capite questo non è un caso teorico fatto al museo degli orrori... come vedete a fianco della bioetica comincia ad esserci la necessità della biogiuridica. Perchè è avvenuto anche il caso della madre surrogata che ha portato avanti la gravidanza ed alla fine ha detto che il figlio era suo. Non lo voleva dare a chi glielo aveva commissionato. Voi pensate che per la legge italiana la madre è quella che ha partorito il figlio, quindi immaginate i risvolti inquietanti.
Quindi viene negato il diritto a conoscere le proprie origini, cioè qualcosa cui l’uomo ha diritto sacrosanto, sapere chi sono i suoi genitori. Negato anche il diritto (nel caso di unioni omosessuali) di essere cresciuto da due genitori di sesso diverso per costruire la propria identità personale, sessuale, sociale. Il prodotto può essere commissionato da due omosessuali maschi o da due omosessuali femmine -non è lontano da noi questo tempo - questi si definiscono coppia... la coppia è un maschio e una femmina... questi altri sono due amici, due conviventi, possiamo chiamarli come vogliamo. Sapete che, specie il maschio, si identifica nel padre... se il padre o la madre muoiono... è un altro discorso, ma non è che andiamo noi a costruire una cosiddetta famiglia in questo modo.
E’ una nuova famiglia – come dicono molti – o è la fine della famiglia?
Chiaro che c’è una dilatazione dei ruoli parentali, cioè un bambino avrà più genitori. Ho sentito l’altro giorno uno di questi talk show serali che affascinano che... che male c’è? In fondo più genitori più affetto, sono più contenti, va meglio. Sarebbe l’ideale di tutti avere due genitori quà, due là, quello ti porta al luna park, quell’altro ti porta... E’ chiaro che c’è una dissociazione tra paternità e maternità genetiche e sociali.
Sentite questa frase terrificante di Edwards, che è stato uno dei primi a praticare la fecondazione artificiale ed il padre in provetta di Louise Brown che è la prima ragazza inglese che è nata da FIVET nel ’78 e adesso ha 24 anni. In fondo che cos’è questo modo arcaico di concepire la famiglia: la famiglia alla fine è un modo per ordinare un insieme di relazioni, cioè un semplice mezzo di catalogazione. Ho letto l’altro giorno un librettino di Flamigni che quello che in Italia più si occupa di questo che dice: non vedo perchè alle persone dovrebbe interessare come si fabbrica un figlio, quello che dovrebbe interessare è che poi questo figlio abbia affetto, abbia qualcuno che si occupi di lui. A questo è ridotto l’uomo.
Concludo con queste parole bellissime della Congragazione per la dottrina della fede dall’Istruzione sul rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione: “La biologia e la medicina concorrono al bene integrale della vita umana quando vengono in aiuto della persona colpita dalla malattia nel rispetto della sua dignità di creatura di Dio. Nessun biologo o medico può ragionevolmente pretendere, in forza della sua competenza scientifica, di decidere dell’origine e del destino degli uomini, particolarmente nell’ambito della sessualità e della procreazione dove l’uomo e la donna pongono in atto i valori fondamentali dell’amore e della vita. L’origine di una persona umana è in realtà il risultato di una donazione. Il concepito dovrà essere il frutto dell’amore dei suoi genitori. Non può essere voluto nè concepito come il prodotto di un intervento di tecniche mediche o biologiche: ciò equivarrebbe a ridurlo a diventare l’oggetto di una tecnologia scientifica.” Cioè una nuova forma di schiavitù! “Nessuno può sottoporre la venuta al mondo di un bambino a delle condizioni di efficienza tecnica valutabili secondo parametri di controllo e di dominio.
Qualche ultima considerazione. E’ chiaro che la Chiesa non è stata mai contro il progresso, mai, anzi ha sempre incoraggiato la ricerca in campo medico proprio per il sollievo dell’umanità. Però la Chiesa è una delle poche voci che ammonisce che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente lecito. Qual’è il prolema? Che la Chiesa è spesso la voce di uno che grida nel deserto perchè siamo assolutamente circondati da tutto un mondo di mezzi di comunicazione che dice esattamente il contrario. Anzi assistiamo proprio a questo: che c’è stato un progresso vertiginoso da un punto di vista tecnico-scientifico a cui non corrisponde una adeguata riflessione etica. Ora il problema che si presenta oggi è ancora più serio perchè spesso quest’idea è penetrata all’interno della Chiesa stessa, cioè dei cristiani, il fatto che cioè tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente lecito, per cui è come se la Chiesa conducesse una battaglia di retroguardia e di conservazione rispetto invece al mondo, possiamo esprimerci così, che cerca in tutti i modi ad aumentare la felicità dell’uomo. Molti fratelli non riescono più a distinguere che il problema è discernere tra bene e male e non tra piacere e dolore. Il dilemma etico è discernere cosa è bene e cosa è male in rapporto all’uomo. Ma se c’è una antropologia di oggi che dice che bisogna assolutamente massimizzare il piacere e diminuire il dolore, cioè la logica dei costi e benefici. Ma questa logica è perversa perchè se facciamo costi e benefici, allora l’uomo con l’Alzheimer, il paziente in coma, il bambino handicappato sono nulla. Diceva Singer, un bioetico – chiamiamolo così - australiano, che è meglio uno scimpanzè in buona salute che un bambino handicappato che sarebbe bene sopprimere. E’ più uno scimpanzè che un uomo con l’Alzheimer! Bene quando ci toccherà di avere l’Alzheimer forse ci ripensiamo, anche se oggi pensiamo diversamente. In altre parole dicono quelli che si occupano di pastorale che si è creata come una impermeabilizzazione della coscienza. Questi problemi vengono con molta facilità trattati anche da persone che un tempo avrebbero avuto un’altra visione morale della cosa. I moralisti sanno che esiste la coscienza erronea e la coscienza invincibilmente erronea. La coscienza invincibilmente erronea è che lo hanno martellato, come si è formata questa opinione, nessuno gli ha annunciato il contrario, ma molte persone pensano oggi che realmente sia la Chiesa in difetto in rapporto a questo problema, che impedisce con la sua intransigenza, con la sua ottusità ed il suo integralismo, il bene dell’uomo. Uno studioso tedesco ha recentemente fatto uno studio in cui parla di uno scisma latente oggi nella Chiesa. Leggo le sue parole testuali: “Esiste nella Chiesa uno scisma latente, ma non meno reale,  per cui un numero sempre più consistente di fedeli, pur non contestando apertamente l’insegnamento ufficiale, se ne distacca intimamente non accordandogli più il valore di un criterio discriminante per l’appartenenza alla Chiesa.” Si intravede una rivendicazione personale di decidere cosa è il bene e cosa è il male, cioè non vi è più la parola del Magistero. Come capite sta cambiando la prospettiva della famiglia, sta cambiando la prospettiva della persona, sta cambiando il concetto di dignità dell’uomo e la sua vera libertà. Ecco, io penso che l’Uomo Nuovo redento da Cristo non è più schiavo di nessuno, nè dello stato come è accaduto in tempi passati, nè di una ideologia e nemmeno di una idea di felicità che oggi è presente ma che rappresenta una schiavitù. Quest’uomo è solo testimone e servitore di una parola vivente. Sono grato a Dio che attraverso un cammino personale di fede mi ha aiutato ad approfondire queste cose, mi ha aiutato a vedere che sapienza ed amore abbia la Chiesa per l’uomo e in qualche modo ci rende tutti, quelli che ci occupiamo di questo, di essere testimoni e servitori di questa parola vivente.