domenica 20 maggio 2012

Kiko, Carmen e padre Mario a Napoli.




Nel pomeriggio di oggi, solennità dell’Ascensione, oltre 30.000 giovani del Cammino Neocatecumenale si riuniranno a Napoli in Piazza del Plebiscito, per un incontro con gli iniziatori del Cammino, Kiko Argüello e Carmen Hernández, accompagnati da don Mario Pezzi, sotto la presidenza del cardinale Crescenzio Sepe e con la partecipazione di altri presuli della Campania. I giovani provengono da tutto il Centro-Sud Italia, con rappresentanze da altri Paesi dell’Europa (Croazia, Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo, Albania e Malta). E’ un evento squisitamente religioso, fatto di canti, di ascolto della Parola di Dio, dell’annuncio della Buona Notizia del Vangelo, fatto da Kiko e dalla predicazione del cardinale Sepe. Durante l’incontro Kiko farà una chiamata vocazionale: metterà cioè i giovani davanti al mistero dell’amore di Dio, che li ha voluti, li ha creati singolarmente con una vocazione e una missione personale. Kiko chiederà se tra i presenti ci sono alcuni che sentono la chiamata a dare la propria vita a Cristo ed essere formati come presbiteri, a servizio della Chiesa; se ci sono ragazze che sentono di offrire la propria vita consacrandola a Dio. I 30.000 giovani, che animeranno il pomeriggio, fanno tutti parte di Comunità neocatecumenali dove, in un cammino di iniziazione cristiana, stanno scoprendo tutta la bellezza e la ricchezza del proprio battesimo, della propria fede cristiana, tutta la gioia di sentirsi figli di Dio oggi. E’ il frutto di un lavoro pastorale che procede nella direzione giusta: il Cammino Neocatecumenale ha sostenuto e sostiene la famiglia all’interno di una comunità cristiana, la quale riscopre la propria fede. In questo modo la famiglia risponde al dono e alla bellezza della fede, aprendosi alla vita con coraggio e questa apertura alla vita salva la Chiesa e la società di oggi. Il Cammino Neocatecumenale, frutto della riscoperta del catecumenato fatta dal Concilio Vaticano II, è iniziato in Campania nel 1974, ed è presente in quasi 200 parrocchie, con oltre 650 comunità (40 parrocchie e 200 comunità nella sola Diocesi di Napoli)(*). E’ stato riconosciuto dalla Chiesa come “un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e i tempi odierni” (Giovanni Paolo II), ed è una “modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente della fede”, come afferma lo Statuto del Cammino, approvato definitivamente dalla Santa Sede nel 2008. La presenza di tanti giovani provenienti da diversi paesi dell’Europa, accolti in un luogo così significativo come Piazza del Plebiscito, davanti ad un’Europa che invecchia e perde i suoi valori è un grido di speranza: Cristo dà senso vero e pieno alla vita dell’uomo; solo così questi uomini nuovi costruiscono una società nuova, che guarda avanti con fiducia. E’ un contributo che il Cammino dà alla nuova evangelizzazione. Le Parrocchie che lo accolgono e che lo fanno secondo le indicazioni volute dalla Santa Sede ed approvate nello Statuto, senza decurtazioni o interpretazioni personali, riscoprono in esso uno strumento prezioso, certamente non unico, per ravvivarle e renderle veri centri di fede, vere sorgenti di vocazioni. La Parrocchia, perché il Cammino “è una modalità diocesana di iniziazione cristiana”, riscopre un “dono di Dio per la sua Chiesa” (Benedetto XVI) per rianimare la sua missione. Le comunità non sono dei gruppi “in più” nella Parrocchia. Sono una risposta al processo di secolarizzazione in atto oggi nel mondo. Il Beato Giovanni Paolo II lo ha detto espressamente: “In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l’indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad avere bisogno di una nuova scoperta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, specialmente di quello del battesimo. Il Cammino è senz’altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità”. (Da Napoli, don Ezechiele Pasotti)
Fonte: Radio Vaticana 


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(*): Il Cammino Neocatecumenale in Campania
I 30.000 giovani, che animeranno il pomeriggio di oggi,domenica 20 maggio, fanno tutti parte di comunità neocatecumenali dove, in un cammino di iniziazione cristiana, stanno scoprendo tutta la bellezza e la ricchezza del proprio battesimo, della propria fede cristiana, tutta la gioia di sentirsi figli di Dio oggi.
Il Cammino Neocatecumenale, iniziato in Campania nel 1974, è presente in Campania in quasi 200 parrocchie, con oltre 650 comunità (40 parrocchie e 200 comunità nella Diocesi di Napoli). E’ stato riconosciuto dalla Chiesa come “un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e i tempi odierni” (Giovanni Paolo II), ed è una “modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente della fede”, come afferma lo Statuto del Cammino, approvato definitivamente dalla Santa Sede nel 2008. Anche i suoi contenuti catechetici hanno ottenuto, dopo accurato studio, l’approvazione della Santa Sede nel dicembre del 2010 e a fine dicembre dello scorso anno il Papa Benedetto XVI ne ha approvato la prassi liturgica che accompagna i vari passaggi e le vari tappe.
Nelle Parrocchie che accolgono questa modalità di iniziazione cristiana si formano delle comunità che danno inizio ad un processo di maturazione della propria fede cristiana, rivivendo tappa dopo tappa il proprio battesimo, così come faceva la Chiesa primitiva.
Queste comunità non sono dei gruppi “in più” nella Parrocchia. Sono una risposta al processo di secolarizzazione in atto oggi nel mondo. Il Beato Giovanni Paolo II lo ha detto espressamente: “In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l’indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad avere bisogno di una nuova scoperta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, specialmente di quello del battesimo. Il Cammino è senz’altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità”.
L’attenzione catechetica posta sulla famiglia cristiana e sulla trasmissione della fede ai figli ha fatto sì che le famiglie del Cammino siano numerose e che i figli, in una percentuale altissima, restano fedeli al loro battesimo, inserendosi in altre comunità neocatecumenali per il loro cammino di fede.
Da questa iniziazione cristiana profonda che coinvolge tutta la vita, che conduce ognuno a porre gradualmente la propria vita sotto la lampada della Parola di Dio, tanti matrimoni sono ricostruiti dal perdono e dalla misericordia del Signore.
La gratitudine che nasce da questo amore di Dio, sperimentato nella grazia della comunità cristiana e dei sacramenti, mette in movimento la famiglia: nasce la disponibilità di tante coppie alla missione, l’amore alla vita, la gioia di avere figli presbiteri: e dalla famiglia parte la prima opera vocazionale che sbocca in queste chiamate.
Nei suoi 40 anni di vita, il Cammino ha già aiutato 86 Diocesi ad aprire un Seminario Diocesano Missionario, dove sino ad oggi sono stati ordinati oltre 1.500 sacerdoti e dove altri 2.000 giovani si stanno formando.
Insieme all’opera vocazionale, le famiglie sono state coinvolte direttamente nella missione, come “famiglie in missione” e come “missio ad gentes”: nuclei familiari (3/4, con numerosi figli) si inseriscono in zone scristianizzate, dove i segni cristiani non sono più presenti o sono rifiutati, costituendo una comunità cristiana, una chiesa viva che dà i segni della fede, mediante l’amore: “Amatevi come io vi ho amato, in questo segno vi riconosceranno come miei discepoli”, e l’unità: “Padre, che siano perfettamente uno come tu ed io siamo uno perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.
E’ il contributo che il Cammino sta dando direttamente alla nuova evangelizzazione. Le Parrocchie che accolgono il Cammino e che lo fanno secondo le indicazioni volute dalla Santa Sede ed approvate nello Statuto, senza decurtazioni o interpretazioni personali, hanno in esso uno strumento prezioso, certamente non l’unico, per ravvivarle e renderle veri centri di fede, vere sorgenti di vocazioni. La Parrocchia, perché il Cammino “è una modalità diocesana di iniziazione cristiana”, ha qui un “dono di Dio per la sua Chiesa” (Benedetto XVI) per rianimare la missione della Chiesa.