sabato 21 gennaio 2012

Letture della Preghiera Notturna dei Certosini Terza Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo "B"




Letture della Preghiera Notturna dei Certosini
Terza Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo "B"


Dal vangelo secondo Matteo:

8, 1-13
Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva.
Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui, dicendo:
"Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi".

Dalle "Prediche" di Luigi di Granada.

Disc. 1° e 2° per la 3 dom.dopo Epif.Vivès,Paris,1862,t.1,461ss.
Fratelli, in queste parole avete un modello prezioso per pregare in modo giusto. E le parole dell'apostolo Giacomo ci assicurano che si tratta di un punto di massimo rilievo: Chiedete e non ottenete, perché chiedete male. Gc 4,3. Quale sarà il modo corretto per chiedere? Appunto quello impiegato dal lebbroso: la prova ne è che se egli non avesse pregato come si deve non sarebbe stato esaudito all'istante. Anzitutto egli riveste la sua preghiera della più profonda umiltà, prostrandosi col volto a terra. All'umiltà aggiunge quella fede irremovibile di cui il Maestro mette in risalto la potenza: Tutto quello che chiedete nella preghiera credete di averlo ottenuto e vi sarà dato. Mt 21,22. Ciò che evidenzia la fede del lebbroso è il modo con cui egli si esprime; un altro avrebbe detto certamente: se puoi qualcosa, abbi pietà dì me e vieni in mio aiuto. Invece il nostro uomo proclama a gran voce la divinità di Gesù, attribuendogli quello che è prerogativa esclusiva di Dio: Se vuoi, puoi sanarmi. Soltanto in Dio la potenza eguaglia la volontà.
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Notate che il lebbroso non supplica il Salvatore, come farà poi il centurione; non gli chiede di dire una parola soltanto: lo prega semplicemente di volere. Se vuoi, tu puoi sanarmi. Non dubito della tua potenza, ma la chiave di volta è il tuo volere; il giudizio che potrà dare la tua sapienza è l'unico motivo che mi lascia incerto. Conosco che sei onnipotente e so che incarni la bontà somma, sicché ami il bene dovunque esso si presenta. Ignoro invece la natura della mia richiesta. Ti avrò chiesto qualcosa di sensato oppure no? L'egoismo naturale pretenderebbe garantire la giustezza di quanto cerco, ma quello che in me è spirituale dubita, esita. Signore, tu che sei sapiente quanto potente e misericordioso, tu sì che conosci quello che è meglio per me; perciò affido tutto quello che mi riguarda nelle tue mani, abbandono me stesso a te in totalità.
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Gesù è venuto in terra perché il male non schiacci più l'uomo ed egli non sia più corroso dalla minima colpa. Perciò poteva non accogliere la richiesta del lebbroso? Difatti appena essa gli fu rivolta, Cristo stese la sua mano misericordiosa e disse: Lo voglio, sii sanato. E il lebbroso immediatamente guarì dalla lebbra. La fede, l'umiltà della sua preghiera gli valsero questo incredibile favore. Ma al miracolo ora descritto ecco ne tien dietro un altro. Si tratta del centurione che nutriva in cuore sentimenti non meno straordinari. Questo pagano non chiede né la presenza fisica del Signore, né l'imposizíone delle sue mani divine. Dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Non poteva essere più esplicita la fede nell'onnipotenza di Gesù. Fratelli, come fu mai possibile che una luce tanto fulgida brillasse nelle tenebre dense del paganesimo? La gloria va attribuita sempre all'onnipotenza divina. Come guarisce il servo infermo, così illumina il padrone al punto che costui intravede ed esprime la verità su Dio con la fede più stupefacente, con una fede impressionante al punto da destare l'ammirazione del Salvatore.
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Gesù dichiarò: In verità, vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande. Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre. Queste parole del Signore sono molto forti. Oseremo, fratelli, immergerci nell'abisso dei giudizi divini? Ascoltiamo piuttosto san Paolo che vi penetrò, guidato dalla luce di Dio in persona. Come mai - si -domanda l'Apostolo - i pagani che non ricercavano la giustizia hanno raggiunto la giustizia, mentre Israele che ricercava la giustizia, non è giunto alla pratica della legge? Rm 9,31. L'interrogativo è arduo, ma l'apostolo vi dà una risposta breve e determinante: Israele non ricercava la giustizia dalla fede, ma come se derivasse dalle opere. I giudei credevano guadagnarsi l'autentica giustizia e la salvezza eterna, non come dono della grazia, ma per virtù delle loro opere; pensavano impossessarsi della giustificazione accumulando meriti con la circoncisione, coi sacrifici, con altre osservanze legali. E in tal modo sono rimasti privi della giustizia che viene da Dio. Appunto perché arrogavano a sé stessi, alle loro opere, ogni valore meritorio, senza lasciar spazio alla grazia di Gesù Cristo,questa li abbandonò a sé stessi. Cosi si trovarono giustamente esposti alle più pericolose cadute. Invece i pagani non avevano nulla su cui fondare qualche speranza, nulla su cui potessero costruire mire presuntuose. Fu la stessa esperienza della loro povertà a precipitarli nelle braccia della grazia di Gesù; da essa si fecero guidare nel sentiero della salvezza fino a toccare la vera giustizia.