Riporto dal "Mattutino" di oggi, 16 dicembre.
Chi è affamato non ha scelta: il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, bensì viene dalla sua fame. Nella marcia terrificante dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, il terzo cavalca un destriero nero e regge in mano una bilancia con la quale pesa con parsimonia e a prezzi elevati le derrate alimentari: è il simbolo della fame, che anche noi talora definiamo come "nera", e delle carestie che imperversano sul nostro pianeta (6,5-6). Una tragedia che umilia non solo il corpo riducendolo a una larva, ma anche l'anima che riesce appena a emettere il desiderio istintuale di sopravvivenza. In questi giorni, passeggiando per le vie delle nostre città , ci si imbatte in un tripudio consumistico, divenuto ormai la sigla di un Natale ricco di prodotti e povero di spiritualità . Scherzando, un giorno lo scrittore inglese Chesterton confessò: «Ieri in metropolitana ho avuto il piacere di offrire il mio posto a tre signore!». Sì, per noi l'incubo è l'obesità , il comandamento del dopo-feste sarà la dieta e l'impulso dominante ora è l'acquisto, anticamera dello spreco. Per questo, è importante seguire quel cavallo nero per non farci dimenticare coloro il cui incubo è la fame, il cui comandamento è sopravvivere e l'impulso è il rovistare nell'opulenta spazzatura del nostro sperpero. Scriveva san Paolo: «Cristo, da ricco che era, si fece povero, perché voi diventaste ricchi della sua povertà » (2 Corinzi 8,9). (*)
Chi è affamato non ha scelta: il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, bensì viene dalla sua fame. Nella marcia terrificante dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, il terzo cavalca un destriero nero e regge in mano una bilancia con la quale pesa con parsimonia e a prezzi elevati le derrate alimentari: è il simbolo della fame, che anche noi talora definiamo come "nera", e delle carestie che imperversano sul nostro pianeta (6,5-6). Una tragedia che umilia non solo il corpo riducendolo a una larva, ma anche l'anima che riesce appena a emettere il desiderio istintuale di sopravvivenza. In questi giorni, passeggiando per le vie delle nostre città , ci si imbatte in un tripudio consumistico, divenuto ormai la sigla di un Natale ricco di prodotti e povero di spiritualità . Scherzando, un giorno lo scrittore inglese Chesterton confessò: «Ieri in metropolitana ho avuto il piacere di offrire il mio posto a tre signore!». Sì, per noi l'incubo è l'obesità , il comandamento del dopo-feste sarà la dieta e l'impulso dominante ora è l'acquisto, anticamera dello spreco. Per questo, è importante seguire quel cavallo nero per non farci dimenticare coloro il cui incubo è la fame, il cui comandamento è sopravvivere e l'impulso è il rovistare nell'opulenta spazzatura del nostro sperpero. Scriveva san Paolo: «Cristo, da ricco che era, si fece povero, perché voi diventaste ricchi della sua povertà » (2 Corinzi 8,9). (*)
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(*): Vedi anche:15 Dic 2010
Era il Natale del 1954 e lo scrittore "scandaloso" Curzio Malaparte - che sarebbe morto nel 1957 a 59 anni con il ritorno alla fede - lanciava questo attacco veemente che è opportuno riproporre per questo nostro Natale ...