giovedì 22 dicembre 2011

22 DICEMBRE: il Magnificat



L'unica nobiltà dell'uomo, 
la sola via di salvezza consiste 
nel riscatto del tempo 
per mezzo della bellezza, della preghiera e dell'amore. 
Al di fuori di questo,
i nostri desideri, le nostre passioni,
i nostri atti non sono che "vanità e soffiar di vento",
risacca del tempo che il tempo divora. 
Tutto ciò che non appartiene all'eternità ritrovata 
appartiene al tempo perduto.

Gustave Thibon, L'uomo maschera di Dio




Lc 1,46-55


In quel tempo, Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”.


IL COMMENTO


Natale è umiltà. Natale è verità. Natale è una Donna umile ebbra di gioia. La gioia della verità. Immacolata nella concezione, priva del veleno che distrugge le nostre vite. La superbia che tiene Dio fuori dalle nostre porte. Creati per essere veri, e liberi, e felici, gemiamo sotto la dura legge della superbia, la menzogna primordiale iniettataci dal mentitore. Pensare, credere d'essere quel che non siamo. Dilapidare tutte le nostre energie per diventare quel che non saremo mai. Immaginare futuri impossibili, cambi di marcia, le ore cucite sui sogni bambini che rincorrono professioni e mestieri da fare quando si diventerà grandi.


Grandi. Le nostre cose, i nostri pensieri, le nostre opere. Noi, sempre più grandi, in amore, al lavoro, nello sport, ovunque il mondo abbia la ventura d'incontrarci. Anche quando non riusciamo, e il volto s'appesantisce di depressi pensieri. In fuga dal nulla precipitiamo nel nulla più duro, l'acre malessere di chi non riesce a smaltire la sbornia dei sogni infranti, degli ideali spezzati, dei progetti falliti.


E non v'è posto per Maria e Giuseppe in nessun albergo, il mondo di cartapesta, i "bed and breakfast" di sogni e chimere che segnano i nostri giorni non hanno un angolo per accogliere il Signore. Meglio così, a Lui non si addice nessuna delle nostre torri di Babele lanciate in improbabili scalate alla divinità. Lui è la Verità, e cerca il vero. Cerca Maria, lo scrigno della Verità. La Sua umiliazione, la semplice verità, vergine e non deturpata da alcun veleno di superbia. Vergine nella carne perchè vergine nello spirito, nella mente e nel cuore.


Maria, donna vera, la creatura pura che non teme e non ricusa d'esser creatura. Maria, l'umile di Nazaret, il culmine della storia d'ogni uomo, vera perchè semplice nella quotidianità d'una vita sciolta nella volontà del Creatore. Umile perchè serva, serva perchè creatura. La gioia che Eva ci tolse è in Lei ridonata. Nessun cedimento dinnanzi al frutto avvelenato dalla superbia. Maria, umile perchè Maria, e null'altro. Maria, una vergine di Nazaret, nulla di più, niente di diverso desiderato.


In Lei è ciascuno di noi così come dipinto nella mente di Dio, prima d'ogni inalazione mortifera di superbia originale. La Sua umiliazione, la verità che ci costituisce creature in tutto dipendenti dal Creatore. Il Suo seno verginale è tutto quello che di noi appartiene al Creatore. Le Sue viscere materne sono la grotta povera, spoglia, di nessun valore che si addice - l'unica - al Dio che si fa uomo. La Sua umiliazione accoglie oggi ogni frammento divino che è in noi, il cuore, la mente, il corpo che ci è donato per servire e che giace schiavo del tiranno che ci ha insegnato l'orgoglio con le parole della menzogna.


Maria è l'eletta che ha riassunto in sé ogni creatura perduta, immacolata per i macchiati, umile per i superbi, vera per i falsi. E Dio ha guardato la Sua umiliazione, gli occhi misericordiosi del Padre hanno fissato in Lei il Suo primo progetto, un Figlio, una figlia, e l'abbandono totale tra le braccia dell'amore. Dio ha guardato all'umiliazione di Maria, la verità di Maria fatta di terra, la Sua storia, le sofferenze e le angosce di tutti noi scappati dall'ovile della verità.


Maria ci accoglie nella sua umiliazione, e ci conduce nel Magnificat della creatura che esiste e sussiste nel Creatore, che è del Creatore, che vive per il Creatore. Dio guarda l'umiliazione di Maria come ha guardato il popolo gemente sotto il giogo del Faraone. E si prende cura di Lei, e, in Lei, di tutti noi schiavi della menzogna. Maria visita oggi la nostra vita, sulla soglia di questo Natale, perchè con Lei possiamo accogliere il Salvatore. Maria ci conduce alla verità della nostra condizione e ci insegna a gridare, ad aspettare, ad accogliere. Maria ci mostra il vuoto che ci pervade, ci insegna a non averne paura, ad accettare quel che siamo, a lasciare ogni sogno, ogni desiderio alla volontà di Dio per noi.


Maria ci accoglie e ci aiuta a schiuderci alla Grazia, allo stupore di fronte alle meraviglie della misericordia di Dio preparate per ciascuno di noi. Maria ci chiama, ci aiuta a lasciare che vengano dispersi i superbi pensieri annidati nei nostri cuori, che Dio faccia vuote le nostre mani piene di false ricchezze, che siamo oggi rovesciati dai troni del potere, dell'arroganza, dei vani sogni di gloria. Maria ci guida nel cammino di conversione che sono la vita e il tempo che ci vengono donati. Maria ci abbraccia oggi come abbracciò Elisabetta, e ci unisce al Suo canto di lode, quello per cui siamo stati creati. La lode di povere, umili creature che, istante dopo istante, sono ricolmate di beni dal proprio Creatore. Maria ci accompagna in questo Natale, di verità e di gioia, di stupore e di esultanza. 











San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716), predicatore, fondatore di comunità religiose
Trattato della vera devozione alla Beata Vergine Maria, 1-6


« Ha guardato l'umiltà della sua serva »


Maria è stata molto nascosta nella sua vita : perciò è stata chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa « Alma Mater » : Madre nascosta e segreta. La sua umiltà è stata così profonda che lei non ha avuto sulla terra altra attrattiva più forte e continua di quella di nascondersi a sè stessa e ad ogni creatura, per essere conosciuta soltanto da Dio solo.


Dio, per esaudirla in queste sue richieste di essere da lui nascosta, impoverita e umiliata, si compiacque di nasconderla nella sua concezione, nella sua nascita, nella sua vita, nei suoi misteri, nella sua risurrezione e assunzione, di fronte a quasi tutte le creature umane. Neppure i suoi genitori la conoscevano ; e gli angeli domandavano spesso gli uni agli altri : « Quae est ista ? Chi è costei ? » (Ct 6, 10) perché l'Altissimo la nascondeva a loro ; e se scopriva loro qualcosa di lei, ne nascondeva loro infinitamente più ancora...


Quante cose grandi e nascoste, il Dio potente ha fatte in questa creatura ammirabile, come lei stessa fu costretta a proclamarlo, malgrado la sua profonda umiltà : « Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente ». Il mondo non le conosce, perché ne è incapace e indegno.





Un'omelia greca del 4° secolo 
A torto attribuita a San Gregorio Taumaturgo, n. 2; PG 10,1156 ( Luc commenté, DDB 1987, trad ital.)


«La promessa fatta ai nostri padri»


        Allora Maria disse: «"L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore... Ha soccorso Israele, suo figlio (Lc 1,54, greco), ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Guardate come  Maria Vergine perfeziona e conferma il patto che Dio aveva fatto con Abramo dicendogli: «Ciò sarà il segno dell'alleanza tra me e voi» (Gen 17,11)... E' il canto di questa profezia che la santa Madre di Dio rivolge a Lui esclamando: «L'anima mia magnifica il Signore ... perché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome. Mi ha fatta madre di Dio, conservando la mia verginità. Tutte le generazioni sono ricapitolate nel mio seno per esservi santificate. Poiché Egli ha benedetto in me tutte le età , gli uomini, le donne, i giovani, i bambini, gli anziani»...


       «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili»... Gli umili, i popoli pagani che erano affamati di giustizia (Mt 5,6) sono stati esaltati. Facendosi umili e desiderosi di ricevere la parola di Dio, come la cananea che si accontenta delle briciole (Mt 15,27), sono stati saziati delle ricchezze dei divini misteri. Poiché nostro Signore Gesù Cristo, figlio di Maria Vergine, ha voluto elargire ai pagani tutti i suoi doni divini. «Ha soccorso Israele, suo figlio», non un qualunque Israele, ma suo figlio, di cui riconosce la condizione elevata. Ecco perché la Madre di Dio chiama questo popolo suo figlio e sua eredità. Dio chiama a partecipare alla grazia questa gente sfinita dalla lettera, estenuata dalla Legge. Dando questo nome a Israele, lo soccorre «ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». Queste semplici parole riassumono tutto il mistero della salvezza. Per salvare l'umanità e sigillare il patto fatto coi nostri padri, Gesù Cristo «Abbassò i cieli e discese» (Sal 18,10). E così si è manifestato a noi, mettendosi alla nostra portata, perché noi potessimo vederlo, toccarlo, sentirlo parlare.