domenica 7 agosto 2011

Malik ne aveva due!


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Riporto da "Avvenire" di oggi 7 agosto il testo del Mattutino, rubrica curata dal Card. Ravasi.

Sognai il giorno della risurrezione. Vedevo Malik e Mohammed, miei amici, in procinto di entrare in paradiso: quale dei due avrebbe avuto la precedenza? Fu Mohammed. Chiesi all'angelo il perché. Mi rispose: -Lui aveva una sola tunica, Malik ne aveva due!-. Ricordate le parole del Battista: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha» (Luca 3,11). Sembra quasi di intuire in filigrana al nostro racconto proprio questa frase del Precursore di Gesù. In realtà, l'apologo appartiene alla tradizione mistica musulmana detta sufi, un termine legato al mantello di lana grezza (sûf) che era quasi l'emblema degli adepti di questa sorta di confraternita. Anche Gesù, come canone di base per il giudizio finale, ha introdotto la carità fraterna. La linea di demarcazione passa attraverso il gesto d'amore offerto o negato nei confronti degli affamati, assetati, nudi, malati e carcerati: «E se ne andranno: [gli egoisti] al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna» (Matteo 25,46). La capacità di vivere il distacco da un bene per donarlo ai miseri è un esercizio tutt'altro che facile, tant'è vero che il Malik dell'apologo citato si porta con sé la seconda tunica fin lassù, alle soglie del paradiso, stringendosela addosso. In questa domenica proviamo ad addestrarci a quel distacco estremo, rinunciando non tanto a una monetina, ma a una realtà che sappiamo per noi superflua, anche se cara, ma necessaria per un altro. È ancora una volta illuminante Gesù, quando fa la sua applicazione alla celebre parabola del ricco stolto che ha accumulato immensi capitali e ha la vita attraversata appunto dalla morte improvvisa: «Quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio» (Luca 12,20-21).