sabato 27 agosto 2011

Letture della Preghiera Notturna Certosina (XXII Settimana del T. O. - Ciclo A)


Di seguito le letture della preghiera notturna dei Certosini della XXII settimana del T. O. - Ciclo A

GIOTTO, Volto di Cristo


Dal vangelo secondo Luca.

10,23-37

Un dottore della legge si alzò per mettere Gesù alla prova: "Maestro, che
devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta
scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il
Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta
la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso".

* * *


Dai Discorsi di san Fulgenzio di Ruspe.

Sermo V, De caritate, 2-6. CCL 91A, 919-923.



Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore
vicendevole ci dice san Paolo. Sconcertante debito, fratelli, questa carità
che l'Apostolo ci ammonisce di versare senza mai finire di esserne i
debitori. Debito beato, debito sacro, che procura diritti sul cielo e
ammassa tesori eterni.

Fratelli, nessuno si senta autorizzato a pagare il debito della carità
per smetterla una buona volta di esserne debitore; più lo si paga e più
resta da pagare, e lo si aumenta proprio pagandolo quando è reclamato.
Infatti colui che non si stimasse sempre in debito di amore, non potrebbe
assolutamente rallegrarsi di aver posto termine a un onere, ma dovrebbe
invece piangere perché ha perso il dono di amare.

Forse mi domanderete: "Verso di chi sono in debito? A chi devo pagare
il prezzo dell'amore?". Vi risponderò che dobbiamo prestare il servizio
della carità a tutti gli uomini, noti o sconosciuti, buoni o perversi,
amici e nemici.



* * *

Ricordiamo, fratelli, le parole del Signore: Amate i vostri nemici,
fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono,
pregate per coloro che vi maltrattano. Ecco, il Signore ci ordina di
estendere la nostra carità perfino ai nemici e di aprire il nostro cuore di
cristiani anche a coloro che ci perseguitano.

E quale sarà la nostra ricompensa? Che cosa sarà dato a chi osserva
questo comandamento? Ce lo mostri il Signore stesso il premio che ha
preparato a coloro che praticano la carità, lui che gratuitamente, per
mezzo dello Spirito Santo, la infonde nei nostri cuori. Egli che si degna
di farci dono della carità benché indegni, ci dica che cosa darà in premio
a coloro che praticandola se ne saranno resi degni.

Sì, ci parli il Signore e con le sue stessa parole ci esprima che
grandezza egli promette: Sarete figli dell'Altissimo.



* * *

Forse il precetto di amare i nemici ha un certo sapore amaro per chi
lo riceve. Ma invece dolce sia la ricompensa che viene promessa a colui che
obbedendo lo metterà in pratica. Per trionfare su quella amarezza dobbiamo
serbare in cuore il gusto di questa soavità. Quelli, infatti, che ameranno
i loro nemici e faranno del bene a chi li odiano, saranno figli di Dio. Ciò
che poi riceveranno questi figli di Dio, ce lo dice l'Apostolo: Lo Spirito
stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli,
siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo.

Udite dunque o cristiani, udite, o figli di Dio, eredi di Dio e
coeredi di Cristo. Per possedere l'eredità del Padre è indispensabile che
siate larghi della vostra carità, non solo con gi amici, ma anche coi
nemici. Non rifiutate a nessuno la carità, che è un bene comune, non
terreno, ma celeste, elargito indistintamente a tutti gli uomini.
Esercitatela tutti, e per farlo più pienamente, estendetela sia ai buoni
che ai cattivi.



* * *

La carità è un dono di Dio. L'avidità invece è un laccio del diavolo;
e non solo un laccio, ma anche una spada, perché dopo aver catturato,
uccide. La carità è la radice di tutti i beni, l'attaccamento al denaro è
la radice di tutti i mali.

L'avidità si tormenta continuamente perché non è mai sazia di ciò che
riesce ad avere. La carità invece è sempre lieta, perché più ha, più dà. E
mentre l'avaro più accumula e più impoverisce, chi è generoso, più dà e più
si sente ricco. L'avidità cerca sempre di vendicare i torti ricevuti e si
agita; la gioia del perdono distende la carità nella pace.

L'avidità sfugge le opere di misericordia, la carità è felice di
praticarle. L'amore si affatica nel mondo, ma in Dio trova riposo. Qui di
giorno in giorno si perfeziona con l'esercizio, in cielo viene posseduto
senza limiti nella sua pienezza.