venerdì 26 agosto 2011

La testimonianza della nostra coscienza.




Ormai da un pò di anni seguo il blog di Sandro Magister e ormai da molti anni quando parla del Cammino Neocatecumenale lo fa sempre in termini poco lusinghieri, oltre che irrispettosi di un carisma riconosciuto come tale dagli ultimi 4 Papi e ricchissimo di frutti, dalle vocazioni alla vita religiosa alle Missio "Ad Gentes", dai Seminari Diocesani Missionari "Redemptoris Mater" (una ottantina finora, sparsi in tutto il mondo) alle famiglie in Missione che testimoniano come possono la santità del matrimonio cristiano in alcuni dei posti più disgraziati della Terra... Perchè Sandro Magister si ostina così? Ma che avrà contro Kiko Arguello se arriva a giudicare anche il Papa perchè a suo dire "è troppo buono" con i Neocatecumenali? E soprattutto, chi gli dà la legittimazione di giudicare l'operato del Vicario di Cristo? Buono o cattivo, simpatico o no, il Papa è il Papa, e quando parla non lo si giudica. Gli si deve invece filiale rispetto e obbedienza. Almeno se si ritiene di professare ancora la fede cattolica...
In tutti i casi, che siano lodi oppure offese gratuite, veramente conta molto ma molto poco, come attesta questo piccolo testo di san Gregorio Magno, papa...

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"Dinanzi alle parole di quelli che lodano o che offendono, bisogna sempre guardare al proprio cuore e il non trovare in esso il bene che si dice di noi deve provocare una grande tristezza. D'altra parte, se non vi troviamo il male che la gente dice di noi, dobbiamo esultare di grande gioia. A che giova che tutti ci lodino, se la nostra coscienza ci accusa? O quale tristezza dovremmo provare se tutti ci accusano e invece la nostra coscienza ci mostra che siamo liberi dal male? Abbiamo Paolo che dice: La nostra gloria è questa: la testimonianza della nostra coscienza (2Cor. 1, 12); anche Giobbe dice: Ecco, il mio testimone è in cielo (Gb. 16, 20). Se abbiamo un testimone in cielo e un testimone nel cuore, lascia che gli sciocchi all'esterno dicano ciò che vogliono. Che altro fanno i detrattori se non soffiare nella polvere e gettare terra nei propri occhi, di modo che quanto più soffiano nella maldicenza, tanto più non vedono nulla della verità?".
Gregorio Magno, Lettera al presbitero Palladio del Monte Sinai, Lettere 11,1