giovedì 11 agosto 2011

Il compito dei cristiani: impedire la fine del mondo.



Propongo di seguito un testo bellissimo di Olivier Clement sul potere di intercessione della preghiera... Particolarmente oggi, agosto, estate, tempo di divertimento, di piaceri, di peccati. Tanti, proprio come a Sodoma... Alla vigilia della GMG di Madrid, pregando per il Papa.

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L'uomo non è solo figlio della terra, figlio della storia; egli è anche immagine di Dio, chiamato a diventare figlio adottivo di Dio, portatore dello Spirito, "Dio in forza della grazia". La croce ha ferito a morte il paganesimo della terra e i totalitarismi della storia. La tensione tra regno di Dio e regno di Cesare è irriducibile fino alla trasfigurazione finale: essa indica e affretta questa trasfigurazione e apre lo spazio dello Spirito in cui si esplica la persona, anch'essa irriducibile. E se la cristianità è scomparsa è senza dubbio perchè ha misconosciuto questa tensione e negato la libertà personale.La storia, dopo il sepolcro vuoto, non può più rinchiudersi in se stessa: è attraversata da una speranza, quella del regno, dove la terra e il dolore degli uomini saranno trasfigurati, ma attraverso la libera unione delle persone unite a Dio.
Ecco perchè i cristiani dei primi secoli rifiutavano di attestare la divinità di Cesare e proclamavano la sola divinità del Cristo, la sola deificazione dell'uomo attraverso la vita in Cristo. Al limite essi erano disposti a conservare la storia aperta mediante il martirio, in cui il cristiano, di fronte all'usurpazione dei poteri, si assimila fino in fondo alla passione e alla risurrezione del Signore e consacra con il suo sangue la terra e la storia, trasformandole, nonostante tutto, in offerta. Simultaneamente, i primi cristiani pregavano per Cesare - anche quando Cesare si chiamava Nerone - essi chiedevano umilmente di tollerare la loro esistenza, che, dicevano, sarebbe stata, era ormai,una benedizione per l'Impero. (...)
Il primo compito della Chiesa e dei cristiani è dunque quello di aprire la storia alla eternità incui essa è destinata a "passare" un giorno (nella Pasqua definitiva, dove essa "passa" fin da ora grazie alla intercessione e alla benedizione della liturgia e degli "uomini liturgici". Per colui che sa vedere con gli occhi del cuore, la reintegrazione sacramentale sostiene il mondo, lo preserva dalla decomposizione e riempie lentamente il mondo di eternità. La preghiera e l'amore dei poveri, degli innocenti, dei "pazzi per Cristo" moltiplicano questa benedizione eucaristica, permettendo alle energie divine di penetrare nel mondo e di svolgervi il loro compito; esse sono l'irradiazione dell'amore personale e solo delle libertà personali possono aprire loro la storia, come solo il fiat della Madre di Dio permise l'incarnazione del Verbo.
Secondo la grande tradizione della Chiesa, è l'azione di presenza dei cristiani,la loro intercessione, che proteggono l'ordine cosmico e la società umana dando loro valore di offerta. La più antica apologia del cristianesimo che conosciamo, quella di Aristide, redatta al tempo delle prime persecuzioni, afferma decisamente: "Non vi è nessun dubbio: è a cuasa della intercessione dei cristiani che il mondio sussiste" (Apologia 16, 1).
Questa concezione è radicata nell'Antico testamento in cui abramo con le sue preghiere ottenne che Sodoma non fosse distrutta se solo vi si trovassero 10 uomini giusti. I cristiani sono chiamati a fornire questi giusti che a Sodoma mancarono.
Olivier Clement, Riflessioni sull'uomo, Milano 1973, pp. 104-105.