mercoledì 10 agosto 2011

Chiara di Assisi - Scritti 1: Benedizione



La catechesi di Benedetto XVI nell'udienza generale di ieri 10 agosto ha proseguito quella della settimana prededente, dedicata al significato delle vacanze come tempo di pausa e di meditazione, in cui il Papa raccomandava di trovare spazio anche per la lettura della Bibbia.

Stavolta il Pontefice ha parlato del silenzio, una materia prima che si è fatta sempre più rara, e dell'esempio di Santa Chiara di Assisi (1193-1253) la cui festa si celebra l'11 agosto, una dei tanti santi che sono diventati tali proprio perché hanno saputo profittare del silenzio. «In ogni epoca - ha detto il Papa - uomini e donne che hanno consacrato la vita a Dio nella preghiera – come i monaci e le monache – hanno stabilito le loro comunità in luoghi particolarmente belli, nelle campagne, sulle colline, nelle valli montane, in riva ai laghi o al mare, o addirittura su piccole isole. Questi luoghi uniscono due elementi molto importanti per la vita contemplativa: la bellezza del creato, che rimanda a quella del Creatore, e il silenzio, garantito dalla lontananza rispetto alle città e alle grandi vie di comunicazione».

Il silenzio
ha dunque un rapporto particolare con la bellezza, con quella «via pulchritudinis» che Benedetto XVI ha spesso raccomandato come strada privilegiata per avvicinarsi a Dio in tempi di crisi. Ma si tratta di merci rare. Viene in mente una citazione di un romanziere caro a Papa Ratzinger, Georges Bernanos (1888-1948), il quale definiva il mondo moderno come «una vasta congiura contro il silenzio». «Il silenzio - ha spiegato invece il Pontefice - è la condizione ambientale che meglio favorisce il raccoglimento, l’ascolto di Dio, la meditazione. Già il fatto stesso di gustare il silenzio, di lasciarsi, per così dire, "riempire" dal silenzio, ci predispone alla preghiera. Il grande profeta Elia, sul monte Oreb – cioè il Sinai – assistette a un turbine di vento, poi a un terremoto, e infine a lampi di fuoco, ma non riconobbe in essi la voce di Dio; la riconobbe invece in una brezza leggera (cfr 1 Re 19,11-13). Dio parla nel silenzio, ma bisogna saperlo ascoltare».

Il Papa
è tornato su un tema a lui caro, e che ha una diretta relazione con il silenzio: l'importanza della cultura monastica per comprendere la storia e l'essenza della Chiesa e dell'Europa. «I monasteri - ha affermato - sono oasi in cui Dio parla all’umanità; e in essi si trova il chiostro, luogo simbolico, perché è uno spazio chiuso, ma aperto verso il cielo».

Tornando a Santa Chiara, ha detto il Pontefice, «mi piace ricordare una di queste "oasi" dello spirito particolarmente care alla famiglia francescana e a tutti i cristiani: il piccolo convento di San Damiano, situato poco al di sotto della città di Assisi, in mezzo agli uliveti che digradano verso Santa Maria degli Angeli. Presso quella chiesetta, che Francesco ([1182-1226] restaurò dopo la sua conversione, Chiara e le prime compagne stabilirono la loro comunità, vivendo di preghiera e di piccoli lavori. Si chiamavano le "Sorelle Povere", e la loro "forma di vita" era la stessa dei Frati Minori: "Osservare il santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo" (Regola di S. Chiara, I, 2), conservando l’unione della scambievole carità (cfr ivi, X, 7) e osservando in particolare la povertà e l’umiltà vissute da Gesù e dalla sua santissima Madre (cfr ivi, XII, 13)».

Santa Chiara, ha aggiunto il Papa, resterebbe incomprensibile senza situarla nel suo monastero. «Il silenzio e la bellezza del luogo in cui vive la comunità monastica – bellezza semplice e austera – costituiscono come un riflesso dell’armonia spirituale che la comunità stessa cerca di realizzare». Né si tratta solo di Santa Chiara. «Il mondo è costellato da queste oasi dello spirito, alcune molto antiche, particolarmente in Europa, altre recenti, altre restaurate da nuove comunità. Guardando le cose in un’ottica spirituale, questi luoghi dello spirito sono una struttura portante del mondo! E non è un caso che molte persone, specialmente nei periodi di pausa, visitino questi luoghi e vi si fermino per alcuni giorni: anche l’anima, grazie a Dio, ha le sue esigenze!».

Celebrando la festa di Santa Chiara, un buon proposito può essere dunque quello di trovare il tempo in estate per visitare un monastero: non solo come turisti, ma per attingere alle radici dell'Europa che - come il Papa ebbe a ricordare nel suo viaggio in Francia nel 2008 - non sono solo cristiane ma sono, specificamente, monastiche. Per chi ha tempo sufficiente, propongo la lettura degli "Scritti" di Chiara...


SCRITTI DI CHIARA D’ASSISI
- Benedizione -



Traduzione e note di
Feliciano Olgiati

Schede di
Chiara Augusta Lainati
- Edizioni Messaggero Padova - © Movimento francescano Assisi -



PREFAZIONE
- Benedizione -

Identiche, nella sostanza, a questa Benedizione per tutte le «sorelle e figlie mie», sono le due Benedizioni che ci sono state tramandate unitamente alle Lettere alla beata Agnese e ad Ermentrude. Poiché l’unica variante visibile è la forma singolare – e naturalmente il periodo iniziale che indica i destinatari con una forma molto ampia in questa Benedizione per tutte –, riteniamo superfluo riportarle per intero. Si notino però alcuni particolari riguardanti queste Benedizioni di santa Chiara. Prima di tutto, l’apertura di esse, identica, Chiara l’ha desunta dal libro dei Numeri, ma tramite la forma più scarna, si potrebbe dire, con la quale Francesco ne trasse la benedizione per frate Leone.
In secondo luogo, la chiusura di queste altre due Benedizioni, personali, si distacca – o almeno sembra, se dobbiamo dare piena fede ai codici che ce le hanno riportate – da quella a tutte le suore. Nella Benedizione a Suora Ermentrude di Bruges – per la quale si cfr. D. DE KOK, De origine Ordinis S. Clarae in Flandria, in AFH, VII (1914), pp. 234-246; e P. ROBINSON, The Writings of St. Clare of Assisi, in AFH, III (1910), pp. 433-447 e particolarmente p. 440 – Chiara conclude: «Sii sempre mia amica e della tua anima e di tutte le tue sorelle, e sii sempre sollecita di osservare quanto hai promesso a Dio». Ma alcuni codici hanno, come nella benedizione per tutte le suore: «Esto semper amatrix Dei…».
Nella Benedizione alla beata Agnese di Praga, quale è conservata in una antica versione tedesca del secolo XIV – per la quale si cfr. W. SETON, Benedictio S. Clarae, in AFH, VII (1914), pp. 185-197, e particolarmente pp. 189-190; ed anche I. BOCCALI, Concordantiae, op. cit., pp. 194-195 –, la formula conclusiva è la seguente: «Io resterò sempre l’amica dell’anima tua e di quelle delle tue sorelle. Ti supplico di essere fedele nel mantenere…».



BENEDIZIONE

2854
1Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santoi. Amen.
2II Signore vi benedica e vi custodisca.
3Mostri a voi la sua faccia e vi usi misericordia.
4Rivolga a voi il suo volto e vi doni la sua paceii; a voi, sorelle e figlie mie, 5e a tutte coloro che verranno dopo di voi e rimarranno in questa nostra comunità e alle altre tutte, che in tutto l’Ordine persevereranno sino alla fine in questa santa povertà.
2855
6Io, Chiara, serva di Cristo, pianticella del santo padre nostro Francesco, sorella e madre vostra e delle altre Sorelle Povere, benché indegna, 7prego il Signore nostro Gesù Cristo per la sua misericordia e per l’intercessione della sua santissima madre Maria, del beato arcangelo Michele e di tutti i santi Angeli di Dio, [del beato padre nostro Francesco] e di tutti i santi e le sante di Dio, 8perché lo stesso Padre celeste vi doni e vi confermi questa santissima be­nedizione in cielo e in terraiii: 9in terra, moltiplicandovi, con la sua grazia e le sue virtù, fra i suoi servi e le sue serve nella Chiesa militante; 10in cielo, esaltandovi e glorificandovi nella Chiesa trionfante fra i suoi santi e sante.
2856
11Vi benedico in vita mia e dopo la mia morte, come posso e più di quanto posso, con tutte le benedizioni, 12con le quali lo stesso Padre delle misericordie benedisse e benedirà in cieloiv e in terra i suoi figli e le sue figlie spirituali, 13e con le quali ciascun padre e madre spirituale benedisse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali. Amen.
2857
14Siate sempre amanti di Dio e delle anime vostre e di tutte le vostre sorelle, 15e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore.
2858
16Il Signore sia sempre con voi, ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui. Amen.



i Cf. Mt. 28, 19
ii Cf. Nm. 6, 24-26
iii Cf. Gen. 27, 28
iv Cf. 2 Cor. 1, 3 e Ef. 1, 3