martedì 26 luglio 2011

Una terra dove abitare



In questi giorni è passata nella liturgia più volte una parabola "capitale" del Vangelo, quella del seminatore. Ambrogio ne fa riferimento quando commenta il salmo 36....

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"Bene ha detto il profeta:

"Spera nel Signore e fà il bene, abita la terra e vivi con fede" (Sal. 36, 3).

Qual'è questa terra che ti consiglia di abitare se non la tua anima? E' questa la terra che devi coltivare bene, arandola di frequente con vomeri spirituali perchè non inselvatichisca per un lungo abbandono. Un buon contadino infatti lavora il suo campo giorno e notte con vigile sollecitudine e protegge il suo terreno perchè il cinghiale non lo devasti e il ladro non rubi i frutti maturi. Ara dunque la tua terra e così, quando verrà Colui che semina la Parola troverà la tua anima preparata e il seme non cadrà sulle parti incolte del tuo cuore, non potranno venire gli uccelli del cielo e portar evia ciò che è stato seminato. Ascolta qual'è questa terra:

"Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono.
Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità.
Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono.
Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza" (Lc. 8, 5-8. 15).

Sia dunque puro il tuo cuore e pura la tua anima perchè tu possa portare un frutto di bontà, cioè un frutto della grazia dello Spirito. Come sta scritto:

"Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal. 5, 22).

Questi sono i frutti delle cui ricchezze ci pasciamo e della cui abbondanza ci saziamo... Dice ancora il Salmo:

"Metti la tua gioia nel Signore ed Egli ti darà ciò che il tuo cuore domanda" (Sal. 36, 4).

Perchè non ha detto "ciò che tu", ma "ciò che il tuo cuore domanda"? Certamente perchè le domande dell'uomo esteriore nonsono le stesse dell'uomo interiore e non tutte ricevono l'approvazione da Cristo, perchè la legge della carne molto spesso è in contrasto con quella dello Spirito. Il Signore, quando è invocato, esaudisce sempre le domande dell'uomo interiore che è stato rinnovato nello Spirito".
Ambrogio di Milano, Commento a dodici Salmi 36, 12-13