sabato 21 maggio 2011

Visita il mio inferno, Signore Gesù

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Dio ci conceda di fare l'esperienza di essere salvati dall'inferno, quella stessa esperienza che è raffigurata nella icona di sopra (la "Discesa di Cristo agli Inferi"), l'esperienza di Adamo ed Eva, afferrati dal Signore e redenti, ammessi a godere la Luce del Volto del Padre (v. Vangelo di oggi 21 maggio e commento nel post precedente). Di seguito ancora un testo di Eusebio Gallicano.

* * *

L’inferno è stato visitato da Cristo

"Esulta cielo, sii nella gioia terra. Questo
giorno ha donato splendore dal sepolcro più di
quanto ha brillato per la luce del sole. Sia in
festa l’inferno, poiché è stato distrutto; gioisca,
poiché è stato visitato; danzi di gioia, poiché
dopo lunghi secoli ha visto una luce sconosciuta
e nella densa nebbia di una notte profonda ha
respirato!
O luce meravigliosa, che sei spuntata dalla candida sommità
del cielo e che tra purpurei fiumi hai rivestito di improvviso candore
coloro che sedevano nelle tenebre e nell’ombra di morte (Mt 4,16;
Is 9,1)! Subito, infatti, non appena Cristo vi è disceso, l’eterna
notte degli inferi si è riempita di splendore, i gemiti di coloro che
piangevano sono cessati e le catene dei dannati sono state
spezzate e sono cadute…
Alla discesa di Cristo, coloro che ne custodivano le porte di
ferro e che, ciechi, per paura mantenevano fra sé ombrosi silenzi,
mormorano e dicono: “Chi è costui, terribile, che brilla dello
splendore della neve? Mai i nostri inferi hanno ricevuto qualcuno
così; mai il mondo ha gettato nella nostra caverna uno così. Questi
è un invasore, non un debitore; è uno scassinatore, non un
peccatore. In lui vediamo un giudice, non uno che supplica, poiché
è venuto a combattere, non a soccombere, a strappare via, non a
rimanere qui… Se costui fosse colpevole non sarebbe audace; se
alcuni peccati lo offuscassero, mai potrebbe dissipare con il suo
fulgore le nostre tenebre. Ma se è Dio, cosa fa qui nel sepolcro? E
se è un uomo, perché è così audace? Se è Dio, con quale fine è
venuto? E se è uomo, perché libera i prigionieri? Forse egli ha
stretto un’alleanza con il nostro capo? O forse, invece, lo ha assalito
e lo ha vinto e così è potuto giungere fino al nostro regno? Di
sicuro, egli era morto; di sicuro, egli era vinto. Colui che combatte
a nostro nome nel mondo è stato ingannato, poiché non sapeva che
questi avrebbe compiuto una distruzione nell’inferno. O croce, che
scacci ogni nostra gioia e che partorisci la nostra rovina! Attraverso
un legno abbiamo acquisito grandi guadagni, e attraverso un legno
siamo annientati. Perisce quel potere che sempre i popoli hanno
temuto”…
Subito, allora, le anime prigioniere, liberate dai loro carcerieri,
escono dagli inferi e invocano il regno dei cieli con la seguente
supplica: “Misericordiosissimo Gesù, sei venuto infine! Vieni in
nostro aiuto e abbi pietà di noi, stanchi. Ora, Cristo, annienta le
terribili minacce e dissipa ogni gemito che chiede misericordia! Con
la tua croce hai redento i vivi; libera i morti con la tua morte!
Questo mondo era perito con una sorte uguale alla nostra, e ogni
creatura attendeva la sua venuta. E ora che sei qui, perdona noi
che abbiamo peccato; ora che sali (al Padre) difendi i tuoi!(…)”.
E così, udite queste preghiere, dopo aver seppellito le leggi e
dopo aver immerso i torturatori nella profonda fossa dell’abisso, il
nostro Re è uscito di nuovo vivo e trionfatore dall’inferno. E non gli
è mancato il servizio di qualcuno che lo seguisse, ma insieme al suo
principe è venuta dietro una lieta moltitudine, come sta scritto nel
vangelo, che quando il Signore risuscitò molti corpi dei santi morti
risuscitarono, e uscendo dai sepolcri vennero nella città santa e
apparvero a molti(Mt 27,52-53).
Ritorni dunque al proprio stadio, vivo, il vincitore, e il mondo
intero sappia che Cristo è ritornato dagli inferi. Si glorino perciò i
credenti, e tutte le genti battano le mani (cf.Sal 46,29), poiché il
nostro Re ha trionfato nel mondo e ha vinto gli inferi".

Eusebio Gallicano