venerdì 20 maggio 2011

Paradiso all inclusive, per tutti, per sempre

foto



Rallegriamoci ed esultiamo, lodando Dio con questo testo di Eusebio Gallicano (sec. VII).

* * *

"Dio stava riconciliando a Sè il mondo in Cristo" (2Cor. 5, 19), vale a dire: la divinità era operante in un corpo, essa appariva come condizione umana nella fragilità, e come condizione di gloria nella potenza. Così, per questo Egli è vissuto nella carne: per offrire a noi esempi di giustizia; e per questo ha subito la morte: per portare a noi i doni della vita eterna.
Per questo si è rivestito della condizione umana: per ammaestrarla; per questo l'ha consegnata: per riscattarla; per questo l'ha ripresa di nuovo: per assumerla in Dio. Per questo ha deposto la sua vita: per donarla; per questo ha accettato la morte: per vincerla. A Lui viene restituito il dominio della morte: come un servo, infatti, Egli le si è sottomesso, ma come Signore ne ha ripreso il dominio. La porta dell'inferno infatti non ha potuto trattenere la sua anima, nè il sepolcro il suo corpo, sepolcro che per quei tre giorni non ha alterato la Sua carne mortale con la corruzione, poichè nell'inferno, in quegli stessi momenti, la Sua anima distruggeva il regno della morte.
Che cosa restituiremo al Signore per i doni di una così grande condiscendenza? Della Sua pienezza celeste il Creatore si è svuotato, il Vasaio è diventato un proprio vaso e il Re del cielo ha combattuto per l'uomo; sì, dico: ha combattuto, poichè la croce indica Lui che combatte, e la resurrezione il Suo trionfo. Chi potrà mai narrare tanta compassione?
"Dall'estremo del cielo Egli è uscito"(Sal. 18,7), ed è disceso fino alle profondità dell'inferno. E ciò in una e medesima persona, che bene è manifestata dalle realtà umane e da quelle divine. Per penetrare nella dimora dell'Ade, confessò di essere uomo, e mentre vi discendeva consegnò il Suo stesso essere Dio, per fare di lì ritorno e salvare gli empi, come dice la parola divina (cf. Rm. 5, 6).
Per salvare i malvagi, è stato annoverato tra i malvagi. Dei due ladroni che erano appesi a destra e a sinistra, l'obbrobrio della croce rivelò quello che era giusto e che confessò, così che quegli venne glorificato.
Ma se guardiamo bene, apprendiamo che tale concessione non viene fatta solo a lui: infatti, mentre Gesù perdonava cose così grandi a quel grande colpevole, mentre pagava, per un così grande debitore, la cauzione di un debito immenso, metteva per iscritto per il genere umano la certezza di essere al sicuro, in modo che l'assoluzione di un solo disperato diventasse consolazione e speranza di tutto il popolo, e il dono fatto personalmente a lui crescesse fino a diventare un beneficio per la moltitudine.
Bisogna infatti credere, senza ombra di dubbio, che ciò che accadde a quel ladrone per svelare la sua fede sia motivo anche della nostra speranza e di un nostro guadagno, poichè l'immensa bontà del nostro Dio dona volentieri ciò che conosce anche prima che avvenga. Perciò, secondo la fiducia in una così grande misericordia, se qualcuno di noi ha condannato i propri peccati con un tentativo di conversione e crede con tutto il cuore in Cristo, sappia che anche adesso al ladrone che è lui viene aperto l'ingresso nel Paradiso.

Eusebio Gallicano, Omelie 24