venerdì 20 maggio 2011

Il ricordo del male ricevuto.






Siamo nel Tempo di Pasqua, propizio per riconciliarci con i nostri nemici. Magari così insopportabilmente vicini a noi. Dio ci chiede di perdonarli. Sinceramente, con tutto il cuore.
Come aiuto, propongo questo testo splendido di Anastasio il Sinaita, un monaco davvero "tosto", si direbbe oggi...


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Perdoniamo i nostri fratelli, allontaniamo da noi ogni malvagità e cattiveria, noi che vogliamo percorrere degnamente la via alla quale siamo stati chiamati. Non dire: “Ho perdonato molto a mio fratello ed egli ha di nuovo peccato contro di me”, poiché anche tu ti sentirai dare la stessa risposta dal Signore. Non dire: “Quel tale mi ha causato gravi danni, ha insidiato il mio patrimonio, si è appropriato del mio campo, ha ucciso mio figlio, mi ha procurato gravi disagi, mi ha gettato in carcere e consegnato alla morte: io non posso perdonarlo”. No, fratello amato, non dire così, ti prego. Quanto infatti perdonerai a tuo fratello, altrettanto e ancora di più, perdonerà a te il Signore. Imita anche tu Stefano, il primo tra i martiri. Che cosa disse infatti Stefano mentre veniva lapidato? Signore, non imputare loro questo peccato. Imita il Signore stesso, che per la tua salvezza, accolse la morte e, se tuo fratello vorrà metterti in croce, grida insieme al Signore: “Padre, perdona loro questo peccato”. Pensa a quel tale che era debitore al Signore di 10.000 talenti e, quando senti dire “10.000 talenti”, pensa al fardello dei tuoi peccati. Quello, dopo che si fu prostrato ai piedi del Signore, dopo che lo ebbe supplicato e si mostrò afflitto, dopo che ebbe ottenuto il condono di tutti i talenti, si ricordò dei torti subiti, NON perdonò al suo compagno di servizio e non ottenne il perdono, ma fu gettato nell'eterna Geenna. Il solo ricordo del male ricevuto ebbe il potere di condurlo a perdizione... La memoria dei torti ricevuti è una passione che brucia senza sosta nel cuore. E colui che è posseduto da questo male, sia quando si alza sia quando si corica, quando prega, quando è in cammino, mantiene sempre nel suo cuore questo veleno che agisce di continuo senza venire meno... Dove cresce la pianta dei torti ricevuti, là non c'è nulla che giovi, non digiuno, non preghiera, non lacrime, non confessione, non supplica, non verginità, non elemosina, non altro bene. Tutto infatti è annullato dal ricordo del male che hai ricevuto dal tuo fratello.
Anastasio il Sinaita, Discorso sulla Santa Eucarestia.