lunedì 9 maggio 2011

Altro che bunga bunga.

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Ieri 8 maggio Benedetto XVI a Venezia ha detto:

"La missione prioritaria che il Signore vi affida oggi, rinnovati dall’incontro personale con Lui, è quella di testimoniare l’amore di Dio per l’uomo. Siete chiamati a farlo prima di tutto con le opere dell’amore e le scelte di vita in favore delle persone concrete, a partire da quelle più deboli, fragili, indifese, non autosufficienti, come i poveri, gli anziani, i malati, i disabili".

Riporto due meravigliosi commenti a queste parole del Papa:

1. La notizia di apertura dei TG è la stessa: una catastrofe sfiorata a Lampedusa; tutti salvi i 500 profughi. Scampati alle onde grazie all'eroismo degli uomini delle Forze dell'Ordine e dei volontari. Ascolto la testimonianza del Tenente Marco Perri, della Guardia di Finanza. Davvero toccante: "Mano nella mano, abbiamo cominciato a prelevarli uno ad uno, il barcone era pieno, soltanto le grida dei colleghi: "Stanno finendo, stanno finendo...", ci hanno dato la forza di tirarli fuori uno ad uno,fino alla fine... E quando alla fine hanno detto: "E' finita!", non abbiamo potuto fare altro che abbracciarci. E quando oggi abbiamo saputo che erano tutti vivi, tutti vivi, tutti e 300, è stato uno dei momenti più belli di tutta la nostra vita".

2. Lo speciale TG1 di ieri sera (forse dovrei dire ieri notte, visto che è iniziato alle 23.38...) è stato interessantissimo, intitolato "L'epidemia silenziosa" e ha trattato del Morbo di Alzheimer, che oggi colpisce direttamente circa un milione di persone nel nostro Paese. Ho detto "direttamente" non a caso, perchè le persone coinvolte attorno a loro sono circa 7-8 milioni! Eppure se ne parla straordinariamente poco, considerato l'impatto sociale enorme di questa malattia, rilevava la conduttrice Monica Maggioni. Tante testimonianze, tutte commoventi, da far fatica a trattenere le lacrime. Tra gli ospiti anche l'attrice Daniela Poggi: sua mamma, morta da qualche mese, era affetta appunto dal morbo di Alzheimer. E lei, per ricordarla, sta portando in scena un recital dal titolo "Io, madre di mia madre", in cui si sofferma sul mondo degli anziani, sulle loro esigenze, sul distacco dalla vita, sull' attesa, sulla degenerazione delle cellule che può condurre al Parkinson, all' Alzheimer, al cancro. Ci dice che spesso gli anziani sono abbandonati al loro destino, chiusi in ricoveri, «sopportati»; che molti figli dimenticano che quelle stesse persone sono le stesse che li hanno generati. Ma ci racconta anche di anziani che vengono amati tanto da divenire essi stessi figli dei propri figli ed è questa tipologia d' amore che guida il suo spettacolo. Vedo anche nella mia esperienza che ciò è sacrosanto: lo sguardo di mia madre, 83 anni tra qualche giorno, ammalata di Alzheimer, è incredibilmente simile a quello delle mie nipotine, 10 anni, anch'esse tra qualche giorno. E' l'età dell'angelo custode che ritorna...

Questa è l'Italia di cui andare fieri!