giovedì 7 aprile 2011

Il tempo della divina pazienza

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Cosa significa "tempo della divina pazienza"? Cosa significa che "Dio è misericordioso e pietoso, lento all'ira e grande nell'amore"? Forse che possiamo fare tutto quello che vogliamo? Origene non la pensa così...

Dal "Commento sulla Lettera ai Romani" di Origene, sacerdote. (Lib. 3,8)

Senza spargimento di sangue non esiste perdono dei peccati.

Esaminiamo ad uno ad uno i titoli che sono stati dati al Salvatore, e meditiamo con più attenzione il perchè e il significato dei singoli attributi. Troveremo allora che davvero in Lui si è compiaciuta di "abitare corporalmente tuta la pienezza della divinità" (Col. 2,9), e che nello stesso tempo Egli è mezzo di espiazione, pontefice e ostia offerta per il popolo.
Che è pontefice lo scrive chiaramente Davide nel salmo e l'apostolo Paolo agli Ebrei. Che è anche vittima lo attesta Giovanni dicendo: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo". E' vittima dunque in quanto ha espiato i peccati spargendo il proprio sangue, nel quale concede la remissione delle colpe precedenti: redenzione che tuttavia si riversa su ogni credente per mezzo della fede. Se non avesse concesso la remissione delle colpe precedenti, non avremmo la prova della avvenuta redenzione.
In realtà, quando è concessa la remissione dei peccati, è certo che si è compiuta la redenzione per l'effusione di quel sangue sacro: poichè, come dice l'apostolo, "senza spargimento di sangue non c'è perdono" (Eb. 9,22).
Ma perchè non sembri che solo Paolo abbia dato a Cristo il titolo di vittima di espiazione, ascolta come anche Giovanni parli in questo senso quando dice: "Figlioli miei, vi scrivo queste cose perchè non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" (1Gv. 2,1-2). Dunque, per la rinnovata espiazione del sangue di Cristo avviene la remissione dei peccati passati, nel tempo della divina pazienza, al fine di manifestare la sua giustizia. Infatti, il tempo della divina pazienza è quando il peccatore non è punito subito appena pecca ma, come dice ancora l'apostolo: "La tolleranza e bontà di Dio ci spinge alla conversione" e così "Dio manifesta la sua giustizia". Giustamente poi aggiunge "nel tempo presente": infatti la giustizia di Dio in questo tempo consiste nella pazienza; per il futuro, invece, nella retribuzione.