mercoledì 6 aprile 2011

Il fine giustifica i mezzi (quasi sempre).

gheddafi_berlusconi_si_baciano

Per la sera di questo mercoledi di Quaresima propongo questo testo di Giovanni Cassiano sulla purezza del cuore.

Tutto dobbiamo fare e cercare in vista della purezza del cuore. Per essa bisogna cercare la solitudine, per essa sappiamo di dover affrontare digiuni, veglie, fatiche, nudità, di doverci dedicare alla lettura delle Scritture e alla pratica delle altre virtù, con l'unico intento, attraverso di esse, di predisporre il nostro cuore, di mantenerlo indenne dalle passioni nocive e di ascendere, salendo questi gradini, fino alla perfezione della carità. E se, a motivo di qualche occupazione lecita e indispensabile, non abbiamo potuto osservare il proposito che ci eravamo fissati, non cediamo alla tristezza, alla collera o all'indignazione per amore di queste osservanze, poichè ciò che si è tralasciato lo avremmo fatto proprio per vincere queste passioni. Il guadagno che viene dal digiuno, infatti, non compensa la perdita che viene dall'ira e il profitto che si trae dalla lettura non uguaglia il danno che comporta l'aver disprezzato il fratello. E' bene, dunque, praticare le cose secondarie, cioè i digiuni, le veglie, il ritiro in disparte, la meditazione delle Scritture a motivo dello scopo primario, cioè la purezza di cuore, che è la carità, e non danneggiare, a motivo di quelle cose secondarie, questa virtù principale; se essa permane in noi integra e illesa, nulla viene meno, anche se si è costretti a tralasciare qualcosa di quanto è secondario. E non ci gioverà l'aver compiuto ogni cosa se ci lasceremo rapire la cosa principale in vista della quale tutto deve essere compiuto.
Chi si affretta a procurarsi e a preparare gli strumenti del proprio mestiere, non lo fa soltanto per averli senza utilizzarli o perchè spera di ricavare un guadagno dal loro semplice possesso, ma nell'intento di imparare efficacemente il suo lavoro per mezzo loro e di realizzare lo scopo di quell'arte a cui essi prestano servizio. Pertanto digiuni, veglie, meditazioni delle Scritture, nudità, privazione di ogni ricchezza non costiutiscono la perfezione, ma sono strumenti alla perfezione, poichè non sono il fine dell'arte, ma attraverso di essi si raggiunge il fine.
Giovanni Cassiano, Conferenze 1,7