giovedì 10 marzo 2011

Sei caduto? Rialzati!



Siamo entrati in Quaresima, abbiamo dunque bisogno di combattere... Propongo due brevi testi, il primo tratto dai "Detti dei Padri del deserto" (Ed. Città Nuova), il secondo dalla "Lettera ai monaci dell'India", di Giovanni di Carpazia.


Un fratello chiese all'abate Sisoe: "Cosa devo fare, abba? Sono caduto". L'anziano gli rispose: "Rialzati!". E il fratello: "Mi sono rialzato, ma sono di nuovo caduto". E l'anziano disse: "Rialzati ogni volta!". Allora il fratello disse: "Fino a quando. abba?". E l'anziano: "Fino a quando non ti assale la morte, o in piedi o nella tua caduta. Poichè là dove un uomo viene trovato, da lì egli parte".


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Il Signore ti dice come a Matteo: "Seguimi". Tu dunque, seguendo prontamente il tuo Signore, se lungo la via della vita inciampi con il tuo piede nella pietra di una passione e cadi inaspettatamente in peccato, oppure se molte volte trovandoti in luoghi fangosi, involontariamente scivoli e cadi, per quante volte tu possa cadere e farti del male, altrettante rialzati con prontezza, segui il tuo Signore fino a raggiungerlo...
Alcuni fratelli, che erano continuamente malati e non potevano praticare il digiuno, mi dicevano: "Come possiamo, senza il digiuno, liberarci dal diavolo e dalle sue passioni?". A costoro bisogna dire: "Non è solo con l'astinenza dai cibi, ma anche con il grido del cuore che potete estirpare e bandire le cattiverie e quanto esse suggeriscono. E' detto infatti: "Nella loro afflizione hanno gridato al Signore ed Egli li ha liberati", e sta scritto anche: "Dal ventre degli inferi hai udito il grido della mia voce", e ancora: "Salva dalla polvere la mia vita". Perciò, finchè non sia passata l'iniquità, cioè il turbamento provocato dal peccato, griderò a Dio, l'Altissimo, affinchè ci faccia questo grandissimo dono, faccia scomparire lo stimolo del peccato con il Suo potere, cancelli gli idoli dall'animo vinto dalle passioni, liberi dagli idoli la nostra Atene (cioè la nostra anima, n.d.r.) piena di idoli (cfr. At.17,16). Se dunque non hai ricevuto il carisma del dominio di te, sappi che il Signore vuole che le tue domande siano esaudite attraverso la preghiera e la speranza. Se dunque conosci il giudizio del Signore, non scoraggiarti per la debolezza della tua ascesi, cerca piuttosto di liberarti dal nemico attraverso la preghiera e una riconoscente sopportazione. Se i pensieri di debolezza e di miseria ti scacciano dalla città del digiuno, fuggi in un'altra (cfr. Mt.10,23), cioè nella preghiera e nel rendimento di grazie...
Fà di tutto per non cadere, perchè cadere non è degno del forte che lotta. Se tuttavia ti capita di cadere, balza subito in piedi e riprendi la lotta; anche se ti capitasse di cadere innumerevoli volte nel peccato, innumerevoli volte rimettiti in piedi, fino alla tua morte. Sta scritto infatti: "Se il giusto cade sette volte, cioè tutta la vita, sette volte si rialzerà" (cfr. Pr.24,16).
(Giovanni di Carpazia, Ai monaci dell'India 44; 68; 84)