lunedì 7 marzo 2011

Credo la Chiesa santa

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Continuando con il Credo del popolo di Dio di papa Paolo VI, propongo questa sera il brano che segue:

La Chiesa non possiede altra vita se non quella della grazia

"Nel corso del tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i sacramenti, che emanano dalla sua pienezza (cfr. Lumen gentium, nn. 7. 11). È con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi del mistero della morte e della risurrezione di Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, che le dona vita e azione (cfr. Sacrosanctum Concilium, nn. 5. 6; Lumen gentium, nn. 7. 12. 50). Essa è dunque santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei disordini, che impediscono l’irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui ha il potere di guarire i suoi figli con il Sangue di Cristo e il dono dello Spirito Santo. "


Come commento di questa parte del Credo del popolo di Dio pubblico tre piccoli brani di un discorso che il cardinale Montini ha tenuto nella Basilica di Sant’Ambrogio quando era arcivescovo di Milano il 7 dicembre 1958.

«La Chiesa perfino alla luna è paragonata, nelle cui fasi di diminuzione e di crescita si riflette la vicenda alterna della Chiesa, che decade e che rimonta, e che mai non viene meno, perché “fulget... ecclesia non suo, sed Christi lumine”, splende non di propria luce, ma di quella di Cristo» [Ambrogio, Hexaemeron IV, 32].


«Mistica e visibile la Chiesa è corpo animato di Cristo, “corpus Christi ecclesia est” [“la Chiesa è il corpo di Cristo”, Ambrogio, In psalmum 118 XV, 12]; i fedeli lo compongono: “nos unum corpus Christi sumus” [“noi siamo l’unico corpo di Cristo”, Ambrogio, Expositio in Lucam VII, 21]. E questa fusione di fedeli viventi in Cristo forma città; è Ambrogio che desume dai Salmi l’espressione e la consegna al linguaggio cristiano, ad Agostino: la Chiesa è la città di Dio, “civitas Dei ecclesia est” [Ambrogio, In psalmum 118 XV, 35]. Composta di uomini, la Chiesa, santa nei principi divini che la informano, ha sempre bisogno di purificarsi e di santificarsi: “ex maculatis immaculata” [“da peccatori immacolata”, Ambrogio, Expositio in Lucam I, 17]».


«In una parola, sant’Ambrogio ebbe l’occhio alla realtà mistica della Chiesa e la intravide, la descrisse, la proclamò a ogni passo; non fu distratto dalla sua visione in ogni vicenda della vita umana e temporale della Chiesa, e nemmeno questa capacità di scoprire il volto ideale e divino della Chiesa venne meno allorquando il volto apparente e umano di essa si presentò contaminato dalle nostre terrene miserie; anche allora Ambrogio parla con vittoriosa spiritualità della bellezza della Chiesa, “ecclesiae tuae species” [“la bellezza della tua Chiesa”, Ambrogio, De paenitentia I, 7, 31]. Anche in questo Agostino fu discepolo e poi sommo maestro».