martedì 15 febbraio 2011

Se piangessi per me, Signore...

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Dopo aver pubblicato la preghiera che sant’Ambrogio rivolge al Signore Gesù affinché ci guardi così che possiamo piangere i nostri peccati (vedi post intitolato “La caduta dei santi”del 22 novembre 2010), propongo questa sera la preghiera in cui il santo vescovo di Milano chiede che sia il Signore stesso a piangere per lui per poter essere lavato dai propri peccati.
Il brano è tratto dal De poenitentia, libro II, capitolo 8, paragrafi 71-72. In questo testo Ambrogio riconosce umilmente di essere un povero peccatore chiamato all’episcopato.

Se piangerai Tu per me, sarò salvo
Oh se Tu dunque ti degnassi, o Signore Gesù, di avvicinarti a questo mio sepolcro,
se Tu mi lavassi con le tue lacrime,
perché non ho, nei miei occhi troppo induriti, così tante lacrime da poter lavare i miei peccati!
Se piangerai Tu per me, sarò salvo.

Se sarò meritevole delle tue lacrime cancellerò il cattivo odore di tutti i peccati.

Se sarò meritevole che Tu pianga anche soltanto un poco, mi chiamerai dal sepolcro di questo

corpo e dirai “esci fuori”,

perché i miei pensieri non restino prigionieri nelle strettezze di questo corpo,

ma escano fuori verso Cristo, siano illuminati,


e io non rivolga la mente alle opere delle tenebre, ma alle opere della luce.


Infatti chi rivolge la mente al peccato, si dà da fare per rinchiudersi nel proprio pensiero.


Chiama dunque fuori il tuo servo.

Sebbene, stretto dai lacci dei miei peccati, io abbia i piedi incatenati e le mani legate, e sia

ormai sepolto tra pensieri e “opere di morte”, se mi chiamerai uscirò libero

e mi troverò a essere “uno tra i commensali” al tuo banchetto.


E la tua casa sarà colmata di prezioso profumo,

se Tu custodirai chi ti sei degnato di riscattare.