sabato 20 novembre 2010

Fango

Salmo 130

"Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
  e non si leva con superbia il mio sguardo;
  non vado in cerca di cose grandi,
  che sono superiori alle mie forze.

 Io sono tranquillo e sereno
  come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
  come un bimbo svezzato è l'anima mia.

 Speri Israele nel Signore,
  ora e sempre."


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   Dalla "Omelia" di un autore del secondo secolo.

   Finchè viviamo in questo mondo, facciamo penitenza. In realtà noi non siamo che un poco di fango tra le mani di chi lo plasma. Se un vasaio, che lavora un pezzo di creta per ricavarne un vaso, vede che questo gli esce sformato o che gli si spezza tra le mani. lo impasta di nuovo. Se invece pensa di metterlo nella fornace, lo lascia com'è. Anche nella nostra esistenza c'è una situazione nella quale è possibile un rifacimento in meglio, e un'altra nella quale non lo è più. Infatti durante la vita terrena noi abbiamo tempo e modo di far penitenza dei nostri peccati e così ottenere la salvezza dal Signore.
   Usciti che saremo da questo mondo, non potremo più convertirci nè espiare il male commesso. (...) Finchè abbiamo tempo per guarire, affidiamoci a Dio, nostro medico, e consegniamo nelle Sue mani i nostri pochi meriti. Quali meriti? Quelli che si acquistano mediante la penitenza fatta con cuore sincero. Egli infatti conosce ogni cosa prima che avvenga e nulla Gli sfugge di tutto ciò che si agita nel nostro cuore."